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Bollorè - Berlusconi: prima la firma del patto poi lo scontro, ma ora serve soluzione

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Fonte: Ansa

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Economia

Da sempre in ottimi rapporti, non solo in Mediobanca, Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré in meno di un anno sono passati dalla firma di un'alleanza strategica allo scontro anche giudiziario. Ora, al di la' dei toni, il mercato si aspetta che trovino un'intesa, ma le tappe del confronto dicono che non sara' facile. E certamente non rapida.

  • 10 FEBBRAIO 2014. E' ufficiale l'acquisizione per 605 milioni da parte di Mediaset Premium dei diritti in esclusiva in Italia per la trasmissione della Champions league 2015-2018, diritti storicamente in mano a Sky. Da tempo diversi gruppi televisivi guardano a Premium, compresi Al Jazeera e Canal+, controllata Vivendi, con accesso alla 'data room' della pay tv del Biscione

  • 13 NOVEMBRE 2014. Mediaset scorpora la pay tv: Mediaset Premium diventa indipendente con Telefonica (che aveva acquistato la quota al tempo della vicenda della spagnola Digital Plus) confermata all'11,11% e Rti (società del gruppo del Biscione) che controlla il restante 88,89%. Alla nuova società viene conferito il ramo d'azienda costituito dal complesso delle attività pay tv e in particolare 267 dipendenti tra dirigenti, impiegati, tecnici e giornalisti (circa 40). Più i debiti, mai conteggiati ufficialmente.

  • PRIMAVERA 2015. Pier Silvio Berlusconi, 'creatore' di Premium anche per contrastare il monopolio Sky, dice che sulla pay tv "non siamo venditori, siamo aperti a partnership di minoranza" mentre l'amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, dice che sulla vicenda "è troppo presto per fare commenti, anche se seguiamo la situazione in Italia". In maggio si vedono a Parigi Silvio Berlusconi e Vincent Bollorè, presidente del Consiglio di sorveglianza di Vivendi, della quale è maggiore azionista con il 14,3% delle quote. In precedenza Berlusconi aveva visto anche Rupert Murdoch, con il coinvolgimento anche dei rispettivi figli impegnati nelle aziende televisive.
  • FEBBRAIO 2016. Per mesi si sono rincorse voci di un maggiore interessamento di Vivendi, che in realtà prima doveva concludere il controllo e l'ingresso nel Cda di Telecom Italia, fino a che Pier Silvio Berlusconi afferma che con il gruppo francese "tutto è possibile", anche se "offerte ufficiali non ce ne sono state".

  • 8 APRILE 2016 - Dopo che da settimane le ricostruzioni giornalistiche danno per fatto l'accordo con Vivendi, arriva l'annuncio ufficiale, con uno scambio paritario del 3,5% tra le capogruppo Mediaset e Vivendi. Nel dettaglio, visto il diverso valore tra i due gruppi, il contratto prevede che il Biscione ceda il 3,5% in cambio dello 0,54% del capitale sociale del gruppo francese: contemporaneamente verra' ceduta a Vivendi il 100% di Mediaset Premium, compreso dunque l'11,11% ancora oggi in mano a Telefonica. Ne consegue una valorizzazione di Premium di circa 756 milioni, con un 'patto parasociale' che impedisce a Vivendi di salire oltre il 5% del capitale di Mediaset per tre anni (un segnale che Berlusconi non si fidava pienamente del potenziale alleato), ma anche l'ingresso incrociato di rappresentanti nei rispettivi consigli di amministrazione.

  • MAGGIO 2016 - I conti del primo trimestre per Mediaset Premium evidenziano una perdita mai emersa prima: oltre 56 milioni, che in proiezione indica un rosso di oltre 200 milioni l'anno. I vertici del Biscione da mesi indicano che la 'pay tv' ha superato i due milioni di abbonati, poco dopo da Parigi giungono le prime richieste di rivedere il contratto.

  • 21 GIUGNO 2016 - Bolloré invia una lettera ai dirigenti Mediaset su «divergenze significative nell'analisi dei risultati di Premium»: e' l'avvio ufficiale dello scontro mentre Berlusconi e' ricoverato per i postumi dell'intervento al cuore.

  • LUGLIO 2016 - Mediaset invia a Vivendi un richiamo di inadempienza contrattuale basato su tre punti, i francesi rispondono con una proposta che li farebbe salire in Mediaset fino a togliere a Fininvest il controllo di fatto sul gruppo televisivo. La proposta viene respinta al mittente: il Biscione e Fininvest avviano le cause legali per danni (per un importo complessivo molto superiore al miliardo) contro Vivendi.

  • 12 DICEMBRE 2016 - Dopo una battaglia proseguita tutto l'autunno per schermaglie legali e comunicative tra i gruppi, Vivendi comunica di essere salita al 3% di Mediaset e di essere pronta a raggiungere il 20%. Mediaset e Fininvest - che non si sono accorte degli acquisti da parte dei francesi - parlano di «scalata ostile», con il titolo del Biscione che compie il maggior balzo in Borsa dalla quotazione portandosi sui massimi recenti, che mantiene anche attualmente.

  • 19 DICEMBRE 2016 - Vivendi sale a sfiorare il 30% di Mediaset, Fininvest cresce al suo massimo possibile appena sotto il 40%: entrambi i gruppi si fermano alla soglia dell'Opa obbligatoria, uno stallo che dal punto di vista tecnico rende molto complicata qualsiasi soluzione concordata.

  • GENNAIO 2017 - Dopo che a fine anno il Governo e' intervenuto piu' volte 'a difesa' di Mediaset e l'AgCom ha fatto capire di poter intervenire sulla scalata francese, Mediaset fissa per mercoledi' 18 a Londra la presentazione agli analisti e agli investitori internazionali del suo nuovo piano industriale e degli obiettivi al 2020.

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