Dopo aver sistemato il dossier Milan con un incasso liquido molto superiore ai 400 milioni, in casa Berlusconi si può guardare al futuro a partire ovviamente dalla questione Vivendi, con Calenda che ribadisce come la norma 'antiscorrerie' non sia applicabile alla vicenda e l'Agcom che la prossima settimana con ogni probabilità emetterà la sua decisione.
E potrebbe essere proprio il calcio il terreno sul quale avviare la pace con i francesi. Telecom sta infatti studiando le prossime aste dei diritti televisivi sia per la Champions League sia per la Serie A e, secondo quanto risulta all'ANSA, lo sta facendo sia con Mediaset sia con Discovery. Al momento i colloqui sarebbero in fase più avanzata con il gruppo televisivo statunitense, che di recente ha acquistato i diritti sulle Olimpiadi fino al 2024, ma è chiaro che un accordo con il Biscione sarebbe un segnale per giungere a intese più ampie tra Vivendi e il mondo Berlusconi.
L'obiettivo potrebbe arrivare fino a voler fondere i due gruppi, creando una struttura indipendente alla quale conferire la rete Telecom, progetto che torna negli anni. Ma intanto bisogna fare i conti con una questione molto più spicciola: il calendario delle prossime aste del calcio. È ormai quasi certo che la prima sarà quella per la Champions 2018-2021, tre edizioni con quattro squadre italiane alla fase a gironi. Un prodotto molto appetibile che l'Uefa - dopo averlo già piazzato nel Regno Unito, in Germania, Austria, presto in Spagna e Portogallo - dovrebbe mettere in vendita per l'Italia in maggio o giugno. Per lo stesso triennio della seria A i contorni appaiono più incerti, tra linee guida al vaglio delle Authority, vicende giudiziarie ancora aperte che toccano l'advisor Infront e la Lega calcio ancora senza un vertice definito per il futuro. Telecom sarebbe interessata solo ai diritti sulla banda ultralarga e, anche guardando a come verranno disegnati i pacchetti, si muoverà con un partner piuttosto che un altro. Gli equilibri del settore a breve dipendono comunque dalla decisione attesa per martedì sera dal consiglio dell'Agcom, che sta esaminando il faldone da oltre 50 pagine dell'istruttoria chiusa dai suoi uffici.
Secondo diverse fonti di mercato, si dovrebbe giungere a un congelamento delle quote Vivendi o nella controllata Telecom o in Mediaset. Il punto è sul tempo che verrà concesso ai francesi per dismettere il pacchetto scelto: se fosse di molti mesi (fino a dodici) come viene ipotizzato, è chiaro che per le parti ci sarebbe il tempo per un accordo. Anche perché il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha confermato come la norma anti-scorrerie inserita nel ddl concorrenza
«non è retroattiva, nè potrebbe esserlo e dunque non è applicabile in nessun caso a Mediaset-Vivendi. Non è contro le scalate e soprattutto contro le scalate dall'estero: prevede l'obbligo di trasparenza mutuata dall'ordinamento francese che dice che chi compra il 10% di una società quotata deve dire quali sono le sue intenzioni», spiega Calenda.
Tempo quindi per trovare il grande accordo, che può nascere da intese minori come quelle sui diritti del calcio. Tempo che anche Fininvest dovrebbe avere per una soluzione su Mediolanum. Il Consiglio di Stato ha infatti rimesso all'esame della Corte di Giustizia europea il ricorso della holding dei Berlusconi sul provvedimento della Banca d'Italia che vieta una partecipazione superiore al 9,9% nella banca. Una decisione che fa ritenere più facilmente approvabili sospensive che Fininvest potrà avanzare anche sulla recente richiesta della Banca d'Italia di dismettere entro 18 mesi il controllo di Mediolanum.