Confindustria Radio Tv, servono norme chiare e coraggiose. Giacomelli: faremo nostra parte
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
«Provvedimenti chiari (ad esempio un piano complessivo di riassetto delle frequenze), norme coraggiose che fungano da acceleratore alla crescita per un settore in continua evoluzione; con un servizio pubblico che resti primario pensando sempre piu' anche prodotti nativi digitali e che sia 'pivot centrale' per dare stabilità al sistema». Sono fra le proposte espresse nella relazione di Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio e Televisioni all'Assemblea generale 2016 - Televisioni e radio, broadcasting e oltre' oggi a Roma. «L'industria che rappresentiamo - ha aggiunto Siddi - costituisce un valore in termini di occupati, ricavi diretti e indotti, know how ma anche patrimonio culturale e identitario, da trasferire al futuro».
Il presidente di Crtv ha ricordato qualche dato: l'industria radiotelevisiva italiana, (operatori nazionali e locali) che ha circa 25 mila addetti diretti, ha prodotto ricavi per oltre 9,4 miliardi di euro nel 2014, in flessione di circa il 3% rispetto al 2013. Il 2015 registra pero' una crescita degli investimenti pubblicitari, del +8,8% per la radio, e +0.7% sull'anno per la tv. Un aumento consolidato anche nei primi mesi del 2016: +2.3% per la Radio e +6,4% per la tv. Anche se il settore «soprattutto nel comparto locale, in particolare in quello televisivo, mostra segni di sofferenza strutturale con un numero crescente di imprese in chiusura».
Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, commentando l'addio a Crtv di Sky, ha sottolineato il valore dell'associazionismo, «che nasce perché ci siano delle regole, per mettere in evidenza i problemi di tutti». D'accordo con lui, Antonio Campo Dall'Orto, Direttore generale della Rai: «Oggi piu' di ieri vale il teorema per cui l'interesse superiore e' quello del settore. Riuscendo a difenderlo difendiamo anche noi stessi». Di fronte alle nuove sfide del digitale «c'e' un contesto di asimmetrie normative che alterano la concorrenza brutalmente - ha detto Antonello Soro, Presidente Autorità Garante per la protezione dei dati personali -. Dobbiamo trovare il modo per tenere insieme le esigenze del nuovo mercato e la tutela dei diritti delle persone, a partire dai dati personali». Il bisogno di regole uguali per tutti l'ha ribadito anche il commissario Agcom Antonio Preto. Su temi come la banda 700, Agcom «e' pronta a fare la sua parte», ma «va rimodulato l'intero sistema. Ci vuole una legge, il legislatore e la politica si devono fare carico di dire chi fa cosa, come sui contenuti, sulla road map. Non si possono scaricare su altri queste incombenze e Agcom diventa il bersaglio».
A stretto giro sono arrivate alcune risposte da Antonello Giacomelli, sottosegretario al Ministro dello Sviluppo Economico, con delega alle comunicazioni, che ha chiuso gli interventi: «oggi nel Ddl sulla riforma dell'editoria, nel passaggio sul beneficio fiscale della pubblicità incrementale per la carta stampata, previsto dal testo, aggiungiamo 'lo stesso per radio e tv locali» ha annunciato. Su temi come la Banda 700 o Lcn «faremo la nostra parte». Inoltre «insieme a Luca Lotti stiamo ragionando sul tema delle risorse per l'attività editoriale, informativa, il mondo della comunicazione nel suo complesso. Vorrei discutere con tutti i soggetti e trovare una risposta adeguata al sistema Paese»
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