Così immagina il calcio in tv Stefano Azzi, CEO di Dazn nell'intervista pubblicata oggi su Repubblica. Non è più solo una partita, ma un’esperienza interattiva. Il futuro del tifoso è già una realtà tangibile. L'obiettivo è diventare il punto centrale per l'intera esperienza calcistica, unificando le diverse attività che i tifosi svolgevano su varie piattaforme.
Dal tifare la propria squadra alla condivisione di commenti sulla Fan Zone, dall'acquisto di pizza alla prenotazione di biglietti per la prossima partita e maglie dei campioni, tutto riunito in un'unica app. Dopo il lancio e la fase di consolidamento, ci troviamo ora nella fase di crescita. Il prossimo passo prevede l'ampliamento della piattaforma, introducendo una modalità gratuita per alcuni contenuti in aggiunta a quella a pagamento.
Un esempio concreto è l'offerta gratuita della partita Tottenham-Manchester City di Fa Cup il 26 gennaio alle 21: basta registrarsi su Dazn. L'obiettivo è coinvolgere anche coloro che non seguono lo sport in modo continuativo, ampliando così la base di appassionati. Riguardo agli eventi trasmessi gratuitamente, si punta su partite della Liga, pallavolo, e calcio femminile, un settore in crescita. Questo approccio non solo favorisce l'espansione della piattaforma ma contribuisce anche allo sviluppo del calcio femminile, integrandolo nel portale principale insieme al calcio maschile.
Per quanto riguarda la pirateria, si sottolinea il danno che essa comporta, definendo coloro che la praticano come "hooligan" che danneggiano le proprie squadre. Dazn si impegna a contrastare la pirateria e a proteggere i dati dei propri utenti. Sul fronte delle trasmissioni, Dazn ammette che ha affrontato fasi complesse ma sottolinea il lavoro svolto per migliorare la qualità della banda. Vengono implementate soluzioni per ridurre la latenza del 50%, ridurre il consumo di banda e garantire un'esperienza più fluida agli utenti.
Infine, si discute dell'espansione delle telecamere negli spogliatoi e l'introduzione della bodycam. Si esplorano nuovi approcci, come mettere una telecamera sull'arbitro per comprendere meglio le sue decisioni. Il focus è sull'innovazione, con l'introduzione di quick highlight durante gli eventi per coinvolgere anche chi ha poco tempo. La Serie A mira a portare il calcio all'estero, ma siamo anche consapevoli della necessità di mantenere la qualità del prodotto. La crescita del calcio beneficia tutti, e l'accordo con la Lega fino al 2029 è orientato a garantire tale crescita.
Il tifoso del futuro? È già qui.
«Vogliamo essere il contenitore unico per tutta l’esperienza del calcio che fino a ieri il tifoso viveva su varie piattaforme: guardare la propria squadra, commentare con altri tifosi su Fan Zone, comprare la pizza. E poi acquistare i biglietti per la prossima partita e la maglia del campione, tutto sulla stessa app. Dopo la fase di lancio e quella di consolidamento, siamo entrati nella fase di crescita».
Azzi, quali sono i prossimi passi?
«Allargheremo la piattaforma alla modalità free per alcuni contenuti, aggiungendola alla modalità a pagamento. Si parte il 26 gennaio alle 21: Tottenham-Manchester City di Fa Cup sarà gratis, basterà registrarsi su Dazn. Perché dobbiamo allargare la piattaforma degli sportivi anche a chi non ha una passione tale da seguire lo sport con continuità».
Il bando prevede la possibilità di trasmettere free una gara di Serie A solo dal 2024/25. Quali eventi trasmetterete gratuitamente nel frattempo?
«Partite della Liga, di pallavolo o di calcio femminile, che sta crescendo molto. La modalità free permette di crescere ancora e di generare valore. Quello del calcio femminile è un sistema che deve svilupparsi e trovarlo sullo stesso portale del maschile aiuta».
La Superlega ha annunciato che se mai dovesse partire trasmetterebbe le partite gratis. Vedremo mai tutta la Serie A in chiaro?
«Per i prossimi 5 anni, sicuramente no. Lo spettacolo ha un valore: la contaminazione tra pay e free non cannibalizza il premium, semmai aumenta la condivisione dello sport. Ma devi mantenere il valore del premium. Ed è corretto che il mercato abbia le sue dinamiche di prezzo anche per il tifoso».
A proposito: recentemente avete alzato lievemente i prezzi. Qual è quello giusto?
«Quello di un caffè al giorno resta un prezzo corretto: oggi la Serie A costa meno del campionato greco».
La pirateria però dilaga.
«La pirateria per qualcuno è diventata cool: la gente sente “pirati” e pensa a quelli dei Caraibi. Chiamiamoli hooligan. Perché, come i violenti, danneggiano la loro squadra, un danno da un milione al giorno: in pratica i club potrebbero spendere il doppio sul calciomercato. I pirati rischiano sanzioni da 5 mila euro, quasi 12 anni di abbonamento a Dazn. E poi aprono il telefonino a un hacker. Regalando ai criminali i propri dati, le proprie foto e tutto quello di personale che c’è dentro».
Dazn però ha avuto spesso problemi di trasmissione.
«Il servizio ha avuto fasi complicate, di assestamento. Ne siamo usciti. Sulla qualità della banda abbiamo fatto un grande lavoro. Abbiamo creato delle nostre corsie, dei nostri server su cui facciamo passare il nostro traffico, per alleggerire le “corsie” comuni e avere maggiore capacità di traffico durante le partite. È una “autostrada di server” su misura per il territorio italiano e ora copriamo localmente il traffico dati dell’80% dei dispositivi unici connessi».
Quindi Dazn non arriva più in ritardo?
«Stiamo implementando una soluzione che dovrebbe ridurre la latenza del 50%. E abbiamo ridotto del 23% il consumo di banda per accedere al profilo hd, mantenendo la stessa qualità. Mentre una nuova codifica video ci permetterà di risparmiare un ulteriore 20% sul consumo della banda internet utilizzata per vedere la Serie A. E infatti si sono dimezzate le segnalazioni dell’assistenza clienti su chi ha avuto difficoltà».
Gli stadi pieni vi tolgono pubblico?
«No, l’audience tiene e cresce. Siamo quasi ai livelli pre pandemia. E per le partite delle grandi squadre abbiamo ascolti medi oltre i 90 minuti. Non è esatto dire che il nuovo pubblico vuole guardare solo le clip».
Non si parla più di generazione highlight?
«Stiamo per lanciare dei quick highlight da mettere in piattaforma già durante l’evento. Se non sono sull’app e non sto guardando la partita, l’intelligenza artificiale trasforma i momenti salienti in un mini video e mi manda una notifica: un modo per raggiungere chi non ha tempo per vederla tutta»
Le telecamere sono arrivate negli spogliatoi. Avete lanciato la bodycam. Qual è il prossimo spazio “sacro” da invadere?
«Sarebbe bello mettere una telecamera sull’arbitro: vedere la partita con gli occhi di chi deve decidere aiuterebbe a capire la complessità delle sue decisioni. Ai ragazzi piace la bodycam, che ricorda i videogame. In partita i giocatori ci hanno detto che può far perdere loro qualcosa: ad esempio un portiere può sentirsi meno sicuro nella presa, con un corpo estraneo addosso. Uno spazio in cui entrare invece è il tunnel degli spogliatoi, che al momento è precluso anche per questioni tecniche di trasmissione».
L’immagine dello stadio di Riad vuoto per la semifinale di Supercoppa è un danno, per chi deve vendere la Serie A?
«La Serie A vuol portare il calcio all’estero, allargare il bacino e aumentare il pubblico, cose a cui sono ovviamente favorevole. Come e dove lo decidono loro. A volte ci chiedono di spostare una partita da un orario all’altro per intercettare un mercato estero».
La Serie A a 18 squadre, per voi, sarebbe un problema?
«La Lega di A lo può fare, il bando prevede questa possibilità. So che se decidesse così, prima ne parleremmo. Ma più che sul numero di partite concentriamoci sul prodotto. La Serie A ha un grande potenziale e l’accordo con la Lega fino al 2029, che prevede un variabile, serve proprio a far sì che il calcio cresca. Perché, se cresce, ne guadagniamo tutti».