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Diquattro (DAZN): «Doppia utenza? Cambio strategia dalla prossima stagione»

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Fonte: Milano Finanza

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DAZN

Diquattro (DAZN): «Doppia utenza? Cambio strategia dalla prossima stagione»Sono molte le questioni industriali e finanziarie da affrontare per Dazn. Veronica Diquattro, chief revenue officer Europe della piattaforma di streaming ne ha parlato in una lunga intervista raccolta da Francesco Bertolino e pubblicata oggi dal quotidiano "Milano Finanza" diretto da Roberto Sommella  

Partiamo dal servizio in Italia. Ci sono state lamentele per la qualità. Problema risolto?
«Il passaggio allo streaming è stato un cambiamento di tecnologia e di abitudini radicale. Siamo quasi alla fine del girone di andata e le problematiche fisiologiche di aggiustamento sono ormai da considerarsi superate. Gli utenti che ci contattano per problematiche di streaming si è ridotto del 70% rispetto alle prime giornate. Una fase di transizione era del resto prevedibile mentre si predisponevano nuove tecnologie per sostenere numeri senza precedenti in Italia»

Quali?
«Abbiamo un’audience media di 6,5 milioni di spettatori a giornata, superiore al pre-Covid, con picchi di 7-7.3 milioni nelle giornate con partite di cartello. Durante Inter-Juventus dello scorso 24 ottobre, per esempio, si è registrato un record di utenti collegati allo stesso momento di 2,3 milioni e le richieste di assistenza sono state solo dello 0,02%. Bisogna poi considerare che gran parte di queste connessioni avvengono al fischio d’inizio, quando il numero di spettatori aumenta del 40% nel giro di pochi secondi. Questo traffico va gestito senza ingolfare la rete.»

Sui metodi di rilevazione dell’audience c’è un dibattito in corso con Auditel e Agcom: avete trovato la quadra?
«Anche in questo ambito abbiamo fatto da apripista, proponendo una soluzione ibrida fra Auditel e Nielsen che consentisse di cogliere la dimensione totale dell’audience anche a fini pubblicitari, coprendo tutti i dispositivi. Si trattava della sola soluzione attuabile nel limitato periodo di tempo fra l’assegnazione dei diritti e la partenza del campionato. Auditel è al lavoro sulla misurazione della cosiddetta total audience e stiamo parlando con Agcom per trovare una soluzione definitiva e di lungo termine.»

Qual è lo stato della rete italiana? È in grado di reggere tanto traffico?
«In collaborazione con le autorità e i fornitori di servizi internet abbiamo effettuato un lavoro di potenziamento della rete che rispetto ad altri Paesi sconta alcuni ritardi. Da parte nostra abbiamo investito circa 10 milioni e prevediamo di fare altrettanto nei prossimi anni sul potenziamento dell'infrastruttura italiana, triplicando la capacità di trasmissione sul territorio con una nuova tecnologia, Dazn Edge, e predisponendo così oltre 40 cache dedicate sul territorio italiano per coprire le aree che avevano più difficoltà di copertura.»

Avete evidenziato questi sforzi nel corso del recente incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti?
«L’incontro al Ministero dello Sviluppo economico è stato positivo. Abbiamo illustrato i nostri piani per l’Italia e riscontrato la disponibilità del governo a collaborare sul contrasto alla pirateria, coinvolgendo tutti gli altri attori interessati. Ovviamente sono stati affrontati anche i temi caldi del momento riguardo al servizio e alla concurrency.»

Proprio la questione doppia utenza con un unico abbonamento ha generato polemiche e confusione. Ci può chiarire se e quando verrà modificata?
«Le nostre condizioni di servizio stabiliscono chiaramente che l’abbonamento è personale e non cedibile, la concurrency consente di vedere contenuti in contemporanea su più dispositivi. Dal nostro monitoraggio abbiamo invece riscontrato che la funzionalità è sfruttata in modo scorretto da utenti che mettono in vendita una delle due utenze. Un cambiamento sarà quindi possibile ma in futuro, probabilmente dalla prossima stagione. Il nostro obiettivo, comunque, resta sempre quello di tornire un’esperienza flessibile all’utente e quindi introdurremo abbonamenti modulabili in base alle diverse esigenze, per esempio con forme di sottoscrizione familiare.»

Secondo indiscrezioni, la doppia utenza è uno dei punti su cui Tim vorrebbe far leva per chiedere uno sconto sul contratto siglato con Dazn che sinora non ha dato i risultati sperati. Come vanno i rapporti con Tim?
«Non posso entrare nei dettagli commerciali dell’accordo con Tim, con cui già nello scorso triennio abbiamo sviluppato un percorso di conoscenza reciproca. Siamo soddisfatti di quanto fatto sino a oggi e aperti a lavorare con il nuovo management dell’azienda. Il nostro auspicio è di poter continuare a collaborare e auspichiamo pertanto che il rapporto sia di lungo periodo.»

Per voi il numero degli abbonati è in linea con le attese?
«Il numero di abbonati è soddisfacente e in linea con le nostre aspettative, così come lo sono i ritorni pubblicitari, con un aumento del 20% degli investitori sulla Serie A.»

Vi è mai venuto il dubbio di esservi fatti carico degli oneri di questa svolta, mentre un domani la Lega potrebbe prenderne gli onori lanciando un proprio canale?
«L’assegnazione dei diritti a Dazn ha già evidenziato l’apertura all’innovazione della Lega Serie A. Dando fiducia al nostro progetto, ha avuto il coraggio di accettare la sfida della digitalizzazione. Non so se questo possa poi aprire altre strade in futuro e del canale di Lega si parla da molto tempo. Noi comunque auspichiamo di rimanere partner della Lega a lungo termine. La nostra non è un attività semplice e richiede sviluppi tecnologici, di contenuti e di prodotto che richiedono know-how e capacità di metter a fattor comune competenze acquisite in più mercati.»

Ce la farete a sostenere questa mole di investimenti da soli o siete alla ricerca di un partner? Nelle ultime settimane si è parlato di un interesse ni Amazon per Dazn: è cosi?
«Il nostro proprietario Access Industries crede fermamente nel progetto ed è pronto a supportarci in futuro. Detto questo, siamo una società ad alta crescita e quindi per definizione aperti a tutte le ipotesi e a tutte le opzioni sul tavolo. Il nostro orizzonte di investimento è di medio-lungo termine con l’ambizione di diventare una sport destination platform.»

Che significa?
«Lo streaming resterà il fulcro del servizio, ma progressivamente sarà arricchito con tutta una serie di esperienze ancillari in grado di abbracciare tutte le declinazioni della passione sportiva. Il gaming sarà il primo passo, ma dall'anno prossimo lanceremo altre attività come, per esempio, le scommesse, la vendita di biglietti, il merchandising. Il contenuto sportivo esclusivo è la chiave per farsi conoscere e creare la relazione con i clienti, ma - come già accaduto nell'industria musicale - in futuro la scelta dei clienti dipenderà dalla qualità delle esperienze e dei prodotti offerta dalle varie piattaforme.»

Ma ai giovani interessa ancora la partita di 90 minuti o servono nuovi format?
«I giovanissimi sono esposti a una tale quantità di stimoli che catturare la loro attenzione è una battaglia. Servono contenuti snackable, freschi e sintetici, ed è questo il linguaggio dei nostri prodotti ulteriori rispetto al live streaming. Stiamo monitorando l'audience per capire quali sono le preferenze dei consumatori e vedremo se e quanto si sposteranno dai 90 minuti delle partite agli higlights e ad altre forme di sintesi.»

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