
Il secondo appuntamento del ciclo Cinema in pentola, infatti, vede protagonista la pellicola firmata nel 1948 dal grande  Vittorio De Sica, ovvero Ladri di biciclette.
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Lâopera neorealista, ambientata in una Roma del primissimo Dopoguerra, ripercorre le sventure di un attacchino comunale, Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) cui viene rubata la bicicletta, mezzo indispensabile per poter continuare a lavorare.
Lâevento porterà lâuomo, e con lui il piccolo figlio Bruno (Enzo Staiola), ad un serrato inseguimento del malvivente fino al drammatico e, al contempo romantico, epilogo.
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Come sempre, al termine della pellicola, viene mostrata la preparazione di un piatto presente nellâopera, seguito da un commento critico sullâimportanza visiva e simbolica della ricetta appena proposta, per meglio comprendere e assaporare scelte registiche e stilistiche, non sempre di facile lettura.
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Per il film Ladri di biciclette la pietanza proposta è la mozzarella in carrozza, una delle più conosciute specialità della cucina povera italiana.
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Cinema in pentola: profumi e aromi di pietanze famose della cucina tradizionale italiana e non solo, protagonisti silenziosi di film diventati veri cult. Lâuniverso del gusto, con la sua quotidianità fatta di gesti semplici e ripetuti da intere generazioni, finalmente svelata...

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La pellicola, ambientata in un paese di frontiera greco durante il conflitto con la Turchia, richiama gli annosi temi dellâemarginazione etnica e della fuga di intere popolazioni dalle zone di guerra.
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Una questione purtroppo sempre attuale. Secondo Peace Reporter, le guerre attualmente censite nel mondo sono 29: dallâIraq, con i suoi 80mila morti dal 2003, al contrasto tra Russia e Cecenia, le cui vittime ammontano a 250mila morti dal 1994, sino allâendemico conflitto tra lo Stato di Israele e i territori palestinesi, che ha toccato quota 5mila vittime dal 2000.
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Il passo sospeso della cicogna è unâopera dura, a tratti straniante nella presenza-assenza di Marcello Mastroianni, qui impegnato a tratteggiare un impalpabile uomo politico, profugo di un mondo corrotto e privo di ideali.
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Temi quanto mai presenti nel dibattito internazionale, magistralmente affrontati anche in questa pellicola da Angelopoulos, che tratteggia lâodio tra popolazioni confinanti, quale archetipo moderno dei limiti che impediscono la vera comunicazione tra gli uomini.