Tarak Ben Ammar, consigliere di amministrazione di Vivendi e di Telecom e mediatore nel contratto di acquisto di Mediaset Premium, è tornato in Procura a Milano per essere ascoltato dai pm Fabio De Pasquale, coordinatore del pool reati economico-finanziari, e Stefano Civardi, titolari, assieme al collega Giordano Baggio, dell'inchiesta per aggiotaggio nata da un esposto del Biscione contro il gruppo francese. Ben Ammar era già stato ascoltato per circa cinque ore 8 giorni fa come persona informata sui fatti. Oggi è tornato al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano, portando con sé anche alcuni documenti, per essere sentito ancora, come era già previsto. L'audizione è in corso.
La Procura di Milano, infatti, ha aperto, ormai da qualche settimana, un fascicolo per aggiotaggio partendo dall'esposto presentato da Finivest sull'ipotesi di manipolazione del mercato da parte dei francesi nell'ambito della loro scalata a Mediaset. Secondo i legali di Fininvest, infatti, fin dall'ufficializzazione, la scorsa estate, del rifiuto di Vivendi di acquistare la pay tv Premium l'idea del gruppo francese sarebbe stata quella di far crollare il titolo Mediaset per poi poterlo acquistare a sconto per la propria scalata. Il 10 gennaio scorso gli inquirenti hanno deciso di ascoltare il produttore cinematografico Ben Ammar, figura centrale della vicenda. In passato, infatti, è stato molto amico di Berlusconi ed è stato lui che ha trovato, con l'avallo di Mediobanca, la soluzione di scambio azionario al 3,5% tra Mediaset e Vivendi per 'pagare' Premium. Poi l'affare, però, è saltato tra molte ripercussioni (compresa la causa civile intenta da Mediaset-Fininvest e fissata per il 21 marzo prossimo). Da quanto si sa, al momento, nel fascicolo non risultano indagati e gli inquirenti tra gli atti dell'inchiesta avrebbero anche già acquisito alcune audizioni della Consob, tra cui quella di Arnaud de Puyfontaine e dei vertici Mediaset
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