Rai, dg verso le dimissioni, si cerca figura bipartisan. Messa lascia ma cda resta in piedi
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
Le dimissioni del dg Antonio Campo Dall'Orto non sono ancora arrivate, ma l'attenzione della politica è già concentrata sul dopo. Ora che la decisione del manager di lasciare sembra definita e l'ipotesi di un azzeramento del cda archiviata (nonostante l'addio di Paolo Messa), non resta che trovare la figura di un traghettatore che assicuri una gestione oculata dell'azienda, garantendo quei risparmi chiesti a più riprese dal Pd nel corso dell'attuale mandato, e dia garanzie sulla tornata elettorale alle porte. Il dg dovrebbe comunicare la scelta di dimettersi al ministro Pier Carlo Padoan, per poi formalizzarla in consiglio di amministrazione. «Lo incontrerò presto», si limita a dire il titolare del Tesoro. Domani Campo Dall'Orto sarà al Convento di Assisi per un panel sul servizio pubblico organizzato dai francescani, ma in serata ha preferito rinunciare al concerto che si terrà a Taormina in occasione del G7, proprio in previsione dell'appuntamento. Non è escluso quindi che il faccia a faccia possa avvenire dopo la trasferta di Assisi, anche se appare più probabile che slitti alla prossima settimana.
Il dg presenterà al ministro i quattro dossier urgenti: la regolamentazione dei compensi degli artisti, il contratto di servizio, i palinsesti d'autunno e il piano informazione. Dossier che con ogni probabilità dovrà seguire il suo successore. L'identikit è quello di una figura interna, che sia in grado di mettersi al timone il giorno dopo la nomina. In pole sembra esserci Luciano Flussi, ora a Rai Pubblicità, che conosce perfettamente l'azienda ed essendo a fine carriera potrebbe accettare un incarico di solo un anno e mezzo. In lizza anche l'ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco, mentre l'ex dg Claudio Cappon, in quanto pensionato, dovrebbe svolgere l'incarico senza remunerazione. Tra gli altri nomi Valerio Fiorespino, Giovanni Minoli, Paolo Ruffini, Nino Rizzo Nervo. Dal Pd assicurano che, una volta arrivate le dimissioni di Campo Dall'Orto, la partita si potrà chiudere in pochi giorni. Tra i dem non manca, però, chi pensa che serva una figura di alto profilo per rilanciare la tv pubblica. Contrario all'ipotesi di un traghettatore è, ad esempio, il consigliere Guelfo Guelfi, indicato proprio dal Pd. «Non si esce dall'empasse facendo finta di essere sani - dice -. Si esce con l'autorevolezza dell'assunzione di responsabilità da parte di chi la deve avere».
È evidente che soprattutto nella fase politica attuale, monopolizzata dalla ricerca di un accordo sulla legge elettorale, sarà difficile comunque prescindere da un'intesa con il centrodestra anche sulla Rai. «Serve un traghettatore che sia però dialogante e condiviso - avverte il consigliere Arturo Diaconale -, anche perché andiamo incontro alla campagna elettorale, non si può accettare una soluzione squilibrata». In merito all'ipotesi di un passaggio alla direzione generale della presidente Monica Maggioni, che lo vedrebbe ricoprire il ruolo di presidente in quanto consigliere anziano (attualmente senza stipendio in quanto pensionato) afferma: «Il presidente sarebbe un impegno talmente gravoso che non sono disponibile a svolgerlo gratis, è un'ipotesi che non esiste». L'altro consigliere Franco Siddi si limita a sottolineare la necessità di «un cambio di passo». Ha deciso, invece, di lasciare il consiglio, come annunciato nel corso della riunione di inizio settimana, Paolo Messa per «contribuire a far uscire l'azienda dalla condizione di danno reputazionale determinato dall'arroganza di chi fatica a riconoscere il valore ed il senso profondo del servizio pubblico». Un addio che la presidente Maggioni commenta così: «Io non sono abituata ai segnali, ma ai fatti, specie nell'epoca delle fake news».
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