Le gaffe di Bulbarelli e l'entusiasmo di Bisteccone
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Nuova Sardegna
Ti segui in tv tutto il tappone alpino del Tour, vedi le fatiche, i drammi della cadute, i ritiri, vedi anche l'impresa del danese Michael Rasmussen, per il quale Bulbarelli e Cassani esauriscono gli aggettivi, sottolineandone la magrezza, l'abilità in salita, la forza di pedalare sempre in testa, senza curarsi di chi sta a ruota e non concede un cambio.
Alla fine Rasmussen vince e conquista anche la maglia gialla. Cassani è entusiasta per l'impresa sportiva, mentre Bulbarelli sottolinea: «Non riesco ad essere partecipe. A me piacciono quelli che vincono; quelli che stravincono non so».
Ha fatto quattro ore di telecronaca per tirar fuori questo commento! Quando gioca alla roulette non cerca mai l'en-plein? Parlava tanto in telecronaca Bulbarelli da non accorgersi che doveva cedere la linea a Giampiero Galeazzi pronto, a Lucerna, per raccontare le gare di coppa del mondo di canottaggio. Un telecronista di razza, diretto, chiaro, competente. Fosse per lui gli azzurri dovrebbero vincere sempre. Se fosse possibile li spingerebbe.
Ma è tanto professionale da descrivere e puntualizzare i meriti degli avversari. Il canottaggio rimane la sua specialità, ma fosse più giovane e magro andrebbe benissimo, con la sua passione, per il ciclismo.
Dando per scontato che la Domenica Sportiva Rai avrebbe dato amplissimo spazio ai riti e alle promesse dei ritiri pre-campionato della serie A di calcio, d'obbligo seguire la finale di Coppa America tra Brasile e Argentina.
Condizionati, per il campionato italiano, dalle telecronache su satellite o in digitale, da telecronache standard e l'opinionista di turno a far da spalla, il racconto di Massimo Callegari, su Sportltalia, è stata un ritorno all'antico: una sola voce, un uso attento delle parole, nessuna retorica, nessun avverbio, competenza tecnica e tattica, notazioni statistiche introdotte con garbo e non come colonna portante della telecronaca. Un modo di fare questo mestiere che dovrebbe insegnare ai futuri telecronisti che la strada da seguire è proprio questa.
La Rai, Mediaset, Sky, La7, ci hanno abituato a telecronache a più voci, commenti da studio o dal campo. Sportltalia ha lasciato tutto lo spazio alla partita, un classico del calcio mondiale, limitandosi ad un commento essenziale, piacevole. Se le "grandi" televisioni guardassero con attenzione a quanto fanno le più piccole, forse ritroverebbero una linea di maggior rispetto per il telespettatore appassionato di calcio. Che non pende più dalle labbra del telecronista, ma è sempre più in grado di valutare se quel che gli viene raccontato è autorevole.
Luigi Coppola
per "Nuova Sardegna"
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