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Mediaset-Sky è scoppiata la terza guerra mediatica

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Fonte: La Stampa

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Televisione

Tutti c'attardiamo a strologare sul nuovo cast dell'Isola dei famosi, sulla guerra del sabato sera tra Maria De Filippi e Antonella Clerici, sulla mossa di Paolo Bonolis di anticipare al martedì il suo Ciao Darwin per smarcarsi, su Fiorello se rifarà il suo radio-programma... Ma forse rischiamo di non sentire il fischio d'inizio d'un'altra partita.

Dr. HouseDella nuova, decisiva partita della televisione. Avrebbero già dovuto suggerirci qualcosa le ripetute apparizioni in Italia di Rupert Murdoch, che fa la spola senza problemi tra Berlusconi e Prodi. E pure quel certo non so che di riposizionamento politico che si nota al vertice dello staff italiano di Sky, con la crescita di ruolo di un autore «celentanesco» come Andrea Scrosati, che ora dicono sia molto ben visto nell'ormai ex-Margherita rutelliana del ministro Gentiloni & Co.

Sembra incredibile che un personaggio del calibro di Murdoch, che col Wall Street Journal è salito se possibile ancora più ai vertici della stampa e della tv mondiali, possa aver bisogno di difendere con le unghie e con i denti le sue attività italiane.

Ma qualcosa è successo. Di concreto l'unica notizia nuova è che Mediaset ha fatto incetta dei diritti per il digitale terrestre di un colossale pacchetto di film, telefilm e cartoni della Warner bros, soffiando tutto a Sky, si dice per 470 milioni di dollari. Segnale indiscutibile che, mentre la tensione per la tradizionale gara concorrenziale con la Rai sta calando e si procede soprattutto al taglio dei costi, è sulla nuova frontiera che potrebbe scoppiare presto la guerra.

Il digitale terrestre, con 5-6 milioni di decoder già nelle case degli italiani, non ha ancora le dimensioni di un fenomeno di massa come comincia invece ad avere Sky, nei cui piani c'è l'obiettivo dichiarato di arrivare a breve sui 10 milioni di abbonati.

Si sa, in tv sono i programmi che fanno la differenza e a Mediaset possono pure decidere di rischiare il parziale depotenziamento di Italia 1, per esempio, pur di lasciare qualche ghiotta esclusiva al digitale terrestre di casa. Per esempio, un telefilm di richiamo basta per costruire rapidamente un'abitudine d'ascolto, e gli americani sanno ancora come inventarsi dei Dr House di grande richiamo popolare internazionale. In fondo anche Canale 5, a suo tempo, è nato con un doppio Dallas settimanale.

Da settimane a Mediaset Pier Silvio Berlusconi fa studiare le abitudini d'ascolto che emergono dai primi dati Auditel sui canali satellitari e molti sono convinti che i canali di Sky abbiano aperto uno spazio molto più significativo di quanto poi riescono in concreto a coprire con i contenuti che offrono. E qui si apre lo spazio per partire all'attacco. In sostanza, dopo il blitz su Endemol e con la preparazione di un assalto a Sky, la terza guerra mediale è pronta.

Resta da capire se sarà in campo pure la Rai, ma non basta l'estro creativo del nuovo presidente di Raisat Carlo Freccero, ci vogliono risorse per la programmazione.

Paolo Martini
per "La Stampa"

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