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Scheri (Mediaset): ''La storia si insegna anche con le fiction''

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Fonte: Il Tempo

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Televisione

Giancarlo Scheri, responsabile della fiction Mediaset, è convinto dell'importanza del racconto televisivo non solo come intrattenimento foriero di alti indici di ascolto ma, soprattutto, come approfondimento di tematiche storiche e sociali.

In questo senso, la fiction rimanda alla primitiva missione televisiva di informazione ed educazione del pubblico.

Sembrano le medesime finalità di Raifiction. C'è, a suo parere, una differenza tra il racconto televisivo in Rai ed in Mediaset?
«Il target di spettatori è differente. Viale Mazzini ha una platea televisiva più adulta, maggiormente conservativa. Mediaset si rivolge ad un pubblico più giovane per cui la fiction che propone è strutturalmente differente: più disinvolta nei contenuti e nel linguaggio, adatta alle new generation fruitici della tv più di quanto non si immagini».

Qualche esempio?
«I Cesaroni, serie di Canale 5 che sta spopolando proprio tra i giovanissimi e dal 23 marzo, anche "I Liceali", sei puntate dedicate ai diciottenni che vanno a scuola, ai loro problemi ed a quelli dei genitori e degli insegnanti».

Come mai la scelta di mandare in onda "I Liceali" prima su Joi, nuovo canale del digitale terrestre Mediaset e subito dopo su Canale 5?
«È la strategia aziendale per la valorizzazione dei canali di Premium Gallery, già sperimentata con successo per Doctor House. Questo è il primo esperimento che facciamo con un serial italiano. Crediamo molto ne "I Liceali" che ha come interpreti Claudia Pandolfi e Giorgio Tirabassi nel ruolo di due insegnanti. Ogni situazione è mutuata dalla vita reale».

Non crede che la fiction tv stia mortificando il grande cinema?
«Al contrario: io spero che sia proprio la fiction a creare le nuove leve per la grande cinematografia non solo italiana. In questo momento abbiamo una new generation di ottimi attori che sta conquistando gratificazioni e successi. Non solo: auspichiamo anche la presenza nelle nostre storie, di grandi interpreti americani in uno scambio di professionalità con l'estero che potrebbe arricchire la nostra fiction».

I suoi attori preferiti sul grande schermo?
«Sono legato ai classici del cinema, De Niro, Al Pacino, Hoffman».

Lei è stato per anni direttore di Retequattro. Pensa in futuro di poter produrre fiction anche per la sua ex rete?
«Speriamo di poter attuare un piano di produzione per tutte e tre le nostre reti. Abbiamo già iniziato a realizzare progetti in collaborazione con Sky e mirati al pubblico di Italia uno»

Sembra che il genere poliziesco sia ancora in voga nelle fiction. È d'accordo?
«È un genere molto amato dal pubblico. Noi abbiamo in preparazione "Crimini bianchi", "Noe" sul Nucleo dei Carabinieri impegnato ad indagare sui disastri ecologici, ed una serie sui servizi segreti. A livello europeo questo è il momento del genere poliziesco francese ampiamente rappresentato su Retequattro».

Quali sono invece le fiction che concluderanno la stagione di Canale 5?
«Avremo la miniserie in due puntate "Aldo Moro" con Michele Placido, "Mogli a pezzi" melò all'italiana in quattro puntate con Manuela Arcuri, "O Professore" due episodi con Sergio Castelletto, e "Paparazzi" sempre due puntate con la regia di Pingitore».

Nei futuri piani di produzione il tv movie è preferito alle miniserie. Come mai?
«È più appetibile all'estero».

Cosa guarda come spettatore, in tv?
«Mi piace la letteratura, l'approfondimento giornalistico e documentaristico, sono curioso e attento a tutto quel che accade sul piccolo schermo. Seguo naturalmente le fiction di produzione nazionale».

Ci sono progetti per Paola Cortellesi, dopo l'ottima interpretazione di "Maria Montessori"?
«La Cortellesi è un'artista che apprezzo molto. Spero di poter collaborare ancora con lei in futuro».

Marida Caterini
per "Il Tempo"

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