Guido Angeli, il volto che invent la televendita, muore a 77 anni
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: La Stampa
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Televisione
Diceva «Provare per credere», poi muoveva le mani con eleganza, uno sguardo e un sorriso che sapevano promettere meraviglie a prezzi stracciati «con consegna in tutta Italia, isole comprese». Guido Angeli sarà ricordato così dagli spettatori degli Anni 80, per quella sua frase, quel suo modo accattivante di vendere salotti e cucine a marchio Aiazzone e quella sciarpa che indossava anche sul set.
Il presentatore fiorentino è morto a 77 anni e con lui si chiude il primo vero capitolo della storia delle vendite in tv. Difficile dire se Angeli era diventato famoso grazie al mobiliere biellese o se Aiazzone aveva raggiunto la notorietà grazie a lui.-«Aiazzone - ricorda Antonio MicheIone, il direttore vendite del grande salone di mobili alle porte di Biella -, era a Rete A e lo vide al lavoro. Decise che quello era il suo uomo. Si incontrarono e per un pomeriggio cercarono uno slogan. Guido a un certo punto lo guardò e disse "Provare per credere", poi girò i pollici all'insù in quel suo modo particolare. Era fatta».
Angeli salì alle ribalte televisive grazie a quell'espressione. Gli inizi della sua carriera risalgono al 1983, quando sull'emittente dell'editore Alberto Peruzzo presentava una rubrica dedicata all'oroscopo. L'incontro fra l'imprenditore e il presentatore avvenne due anni dopo mentre conduceva il contenitore del mattino «Accendi un'amica». Divenne così testimonial ufficiale del mobilificio e lo slogan si trasformò nel tormentone-simbolo del commercio in tv. «Provare per credere» fu anche il titolo di un disco inciso da Angeli nel 1986 (colonna sonora dello spot del mobilificio), e perfino di un film del 1987 con lo stesso Angeli come protagonista insieme a Tini Cansino e Pamela Prati.
«Nel dicembre 2006 con mio marito e Antonio Michelone andammo a Firenze a trovarlo - spiega Enrica Aiazzone, sorella del mobiliere scomparso tragicamente nell'86 -. Stavo scrivendo un libro su mio fratello («Giorgio Aiazzone, L'uomo del fare»), e ci tenevo ad avere una sua testimonianza. Non era stato facile rintracciarlo: ci ricordammo di averlo visto una sera in tv ospite a Matrix di Mentana».
L'appuntamento si svolse al Grand Hotel Adriatico, dove Angeli soggiornava quando dal suo «buen ritiro» nelle campagne del Chianti, raggiungeva la città. «Mi ricordò, lo dico con grande affetto, una Wanda Osiris al maschile - prosegue Enrica Aiazzone -. Eleganza raffinata, una grande sciarpa rosa, scarpe inglesi, forse toscane, di ottima fattura, movenze da atto re e modi d'altri tempi. Mi bastò quallche minuto per illustrargli il mio progetto. Senza esitare partì con l'amarcord. Di Giorgio era un grande amico oltre che un fedele collaboratore». Angeli condusse così anche la trasmissione in memoria di Giorgio Aiazzone (morto in un incidente aereo nei cieli di Sartirana Lomellina), una sorta veglia in diretta su Rete A.
«Insieme ricordammo anche quel momento ma con amarezza - conclude Enrica Aiazzone - "Volevo davvero bene a Giorgio", mi spiegò, "per questo la commozione mi prese la mano e andai avanti per 45 minuti anziché i cinque concordati. La trasmissione divenne un fenomeno mediatico involontario e il giorno dopo il Corriere della Sera titolò: Guido Angeli ha fatto l'ennesima promozione sul morto". Per il dolore Guido si ritirò in albergo a Pallanza negandosi a tutti finché non venne pubblicata un'intervista riparatrice in terza pagina».
Il presentatore fiorentino è morto a 77 anni e con lui si chiude il primo vero capitolo della storia delle vendite in tv. Difficile dire se Angeli era diventato famoso grazie al mobiliere biellese o se Aiazzone aveva raggiunto la notorietà grazie a lui.-«Aiazzone - ricorda Antonio MicheIone, il direttore vendite del grande salone di mobili alle porte di Biella -, era a Rete A e lo vide al lavoro. Decise che quello era il suo uomo. Si incontrarono e per un pomeriggio cercarono uno slogan. Guido a un certo punto lo guardò e disse "Provare per credere", poi girò i pollici all'insù in quel suo modo particolare. Era fatta».
Angeli salì alle ribalte televisive grazie a quell'espressione. Gli inizi della sua carriera risalgono al 1983, quando sull'emittente dell'editore Alberto Peruzzo presentava una rubrica dedicata all'oroscopo. L'incontro fra l'imprenditore e il presentatore avvenne due anni dopo mentre conduceva il contenitore del mattino «Accendi un'amica». Divenne così testimonial ufficiale del mobilificio e lo slogan si trasformò nel tormentone-simbolo del commercio in tv. «Provare per credere» fu anche il titolo di un disco inciso da Angeli nel 1986 (colonna sonora dello spot del mobilificio), e perfino di un film del 1987 con lo stesso Angeli come protagonista insieme a Tini Cansino e Pamela Prati.
«Nel dicembre 2006 con mio marito e Antonio Michelone andammo a Firenze a trovarlo - spiega Enrica Aiazzone, sorella del mobiliere scomparso tragicamente nell'86 -. Stavo scrivendo un libro su mio fratello («Giorgio Aiazzone, L'uomo del fare»), e ci tenevo ad avere una sua testimonianza. Non era stato facile rintracciarlo: ci ricordammo di averlo visto una sera in tv ospite a Matrix di Mentana».
L'appuntamento si svolse al Grand Hotel Adriatico, dove Angeli soggiornava quando dal suo «buen ritiro» nelle campagne del Chianti, raggiungeva la città. «Mi ricordò, lo dico con grande affetto, una Wanda Osiris al maschile - prosegue Enrica Aiazzone -. Eleganza raffinata, una grande sciarpa rosa, scarpe inglesi, forse toscane, di ottima fattura, movenze da atto re e modi d'altri tempi. Mi bastò quallche minuto per illustrargli il mio progetto. Senza esitare partì con l'amarcord. Di Giorgio era un grande amico oltre che un fedele collaboratore». Angeli condusse così anche la trasmissione in memoria di Giorgio Aiazzone (morto in un incidente aereo nei cieli di Sartirana Lomellina), una sorta veglia in diretta su Rete A.
«Insieme ricordammo anche quel momento ma con amarezza - conclude Enrica Aiazzone - "Volevo davvero bene a Giorgio", mi spiegò, "per questo la commozione mi prese la mano e andai avanti per 45 minuti anziché i cinque concordati. La trasmissione divenne un fenomeno mediatico involontario e il giorno dopo il Corriere della Sera titolò: Guido Angeli ha fatto l'ennesima promozione sul morto". Per il dolore Guido si ritirò in albergo a Pallanza negandosi a tutti finché non venne pubblicata un'intervista riparatrice in terza pagina».
Paola Guabello
per "La Stampa"
per "La Stampa"
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