
La parte del leone la fanno i cinque mercati maggiori: la Francia, presenta il 19,3 per cento del totale degli schermi digitali in Europa; il Regno Unito il 14,2 per cento; la Germania il 12,6 per cento; l’Italia il 9,1 per cento; e la Spagna il 5,1 per cento. In Europa Orientale e nel Bacino del Mediterraneo si situano i restanti 789 schermi digitali, con una variazione rispetto a gennaio 2009 (+258,6 per cento) molto elevata e superiore a quella dell’Europa Occidentale.
I paesi con lo sviluppo maggiore sono la Russia con 352 schermi digitali (il 7,5 per cento del totale europeo), la Polonia con 176 schermi (il 3,8 per cento) e la Turchia con 62 schermi (l’1,3 per cento). Gli schermi digitali hanno raggiunto, a gennaio 2010, un grado di penetrazione pari a circa il 13 per cento rispetto al totale degli schermi presenti in Europa, contro il 4,1 per cento dell’anno precedente. Il numero dei cinema digitali presenti in Europa a gennaio 2010 ha toccato quota 2.374, con un incremento rispetto all’anno precedente del 191,3 per cento. La penetrazione dei cinema digitali sul totale ammonta a circa il 16 per cento, contro il 5,4 per cento del gennaio 2009. In aumento anche il numero medio di schermi per cinema digitale, che a livello europeo è passato dal valore di 1,6 registrato a gennaio 2008 al valore di 2,0 a gennaio 2010.
Il numero medio di schermi digitali per cinema varia molto nei diversi paesi europei. A gennaio 2010 i valori più elevati si registrano in Belgio (5,3 schermi per cinema), in Lussemburgo (4,4), in Austria (4,2), in Francia (3,5) e in Portogallo (3,4). Con riferimento ai principali mercati seguono, a distanza, Regno Unito (1,9 schermi per cinema), Germania (1,8), Italia (1,5) e Spagna (1,3). Analizzando lo sviluppo subito nei paesi europei dagli schermi digitali in una prospettiva più di lungo periodo, si possono notare percorsi di crescita diversi. Paesi come il Regno Unito e la Germania hanno registrato un forte impulso alla crescita a partire dal 2006 e, dopo un periodo di minore incremento, sono tornati a crescere dal 2009.
Il numero medio di schermi digitali per cinema varia molto nei diversi paesi europei. A gennaio 2010 i valori più elevati si registrano in Belgio (5,3 schermi per cinema), in Lussemburgo (4,4), in Austria (4,2), in Francia (3,5) e in Portogallo (3,4). Con riferimento ai principali mercati seguono, a distanza, Regno Unito (1,9 schermi per cinema), Germania (1,8), Italia (1,5) e Spagna (1,3). Analizzando lo sviluppo subito nei paesi europei dagli schermi digitali in una prospettiva più di lungo periodo, si possono notare percorsi di crescita diversi. Paesi come il Regno Unito e la Germania hanno registrato un forte impulso alla crescita a partire dal 2006 e, dopo un periodo di minore incremento, sono tornati a crescere dal 2009.
Altri territori invece hanno conosciuto uno sviluppo più graduale e hanno registrato un fortissimo incremento negli ultimi anni: dal 2008 nel caso della Francia o dal 2009 nel caso del Belgio, dell’Italia, dell’Austria e della Spagna. Altri territori ancora, come la Finlandia e il Portogallo, hanno registrato uno sviluppo recente, con un incremento medio annuo molto elevato negli ultimi tre anni, pari al 263,4 per cento per la Finlandia e al 230,8 per cento per il Portogallo.
In Europa lo sviluppo degli schermi digitali appare piuttosto concentrato rispetto al numero di società di esercizio, in quanto a giugno 2009 il 5 per cento di esse deteneva il 33,6 per cento del numero complessivo di schermi digitali. I primi cinque operatori risultano essere la francese CGR (con il 13,1 per cento degli schermi digitali), Kinepolis (6,8 per cento), che opera in Belgio, Francia e Spagna; Cineworld Group (5,6 per cento), presente nel Regno Unito e in Irlanda; Odeon e UCI Cinemas Group (4,8 per cento), che opera come Odeon Cinemas nel Regno Unito, come UCI in Austria, Germania, Italia e Portogallo e come Cinesa in Spagna; Cineplexx (3,4 per cento), presente in Austria e in Italia.
In Europa lo sviluppo degli schermi digitali appare piuttosto concentrato rispetto al numero di società di esercizio, in quanto a giugno 2009 il 5 per cento di esse deteneva il 33,6 per cento del numero complessivo di schermi digitali. I primi cinque operatori risultano essere la francese CGR (con il 13,1 per cento degli schermi digitali), Kinepolis (6,8 per cento), che opera in Belgio, Francia e Spagna; Cineworld Group (5,6 per cento), presente nel Regno Unito e in Irlanda; Odeon e UCI Cinemas Group (4,8 per cento), che opera come Odeon Cinemas nel Regno Unito, come UCI in Austria, Germania, Italia e Portogallo e come Cinesa in Spagna; Cineplexx (3,4 per cento), presente in Austria e in Italia.
Motore della crescita avvenuta nel 2009 è certamente il cinema 3D: dal momento che l’industria nordamericana ha sostanzialmente rispettato il calendario delle uscite previste e il pubblico si è mostrato disposto a pagare un prezzo più elevato per fruire della novità, gli esercenti hanno investito nella tecnologia che consente di offrire questo nuovo tipo di prodotto. La percentuale degli schermi con tecnologia 3D ha continuato perciò a crescere, passando dal 54,4 per cento del giugno 2009 al 68,8 per cento di gennaio 2010. In diversi paesi dell’Europa Orientale e del Bacino del Mediterraneo, come Cipro, Croazia, Lituania, Lettonia, Malta, Serbia, Slovenia e Slovacchia, nei quali i cinema digitali sono ancora in numero ridotto, gli schermi 3D rappresentano la totalità degli schermi digitali. La percentuale di penetrazione degli schermi in 3D rispetto al totale degli schermi digitali supera comunque l’80 per cento in molti paesi, come Russia, Turchia, Repubblica Ceca, Danimarca, Italia, Ungheria, Finlandia, Paesi Bassi, Svizzera, Spagna e Polonia. Assume, invece, percentuali inferiori nel Regno Unito, dove risulta pari al 70,8 per cento, in Germania (62,3 per cento) e in Francia (52,8 per cento).
Questi dati saranno presentati e commentati da Media Salles al 63esimo Festival di Cannes, nell’ambito del workshop organizzato dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, domenica 16 maggio alle ore 15, Palazzo del Festival, Sala Bunuel.