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Google e la sfida delle tv

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Fonte: MF

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Internet e Tv

Quattro mesi dopo avere soffiato YouTube ai rivali pagando oltre 1,7 miliardi di dollari, Google è incappata in una sfida ancora più ardua: trovare alleati nel settore televisivo. Con le emittenti sul piede di guerra in seguito alla divulgazione non autorizzata di programmi televisivi sul popolare sito di video on-line. Google sta cercando un modo di alleggerire la tensione. Un compito, questo, la cui riuscita viene considerata dalla società di fondamentale importanza per garantire il potenziale economico di YouTube.

Fino a un mese fa, Google riteneva che avrebbe ottenuto un forte impulso dalla Cbs. Le due società stavano per concludere un accordo pluriennale che avrebbe consentito agli utenti di YouTube di guardare dei videoclip di programmi della Cbs (tra cui The Late Show with David Letterman e Csi) e persino di utilizzare questi frammenti per produrre filmati amatoriali. Le due società avevano anche discusso di una possibile vendita al dettaglio degli spot pubblicitari della Cbs Radio agli inserzionisti di Google. In base all'accordo, Google avrebbe garantito alla Cbs un ricavo pari a oltre 500 milioni di dollari. Google intende continuare a crescere oltre le sue radici di motore di ricerca web e trovare altre piattaforme per la vendita di annunci pubblicitari. YouTube è una di queste piattaforme. Il sito contiene un numero elevato di videoclip, che risulta quindi complementare con la gargantuesca missione che Google intende perseguire: organizzare tutte le informazioni del mondo in forma ricercabile. Ultimamente, però.

i rapporti fra Google e le grandi società televisive statunitensi si sono raffreddati. L'anno scorso Google aveva iniziato a definire un accordo con il colosso dell'intrattenimento Viacom, fra i cui canali figurano Mtv, Nickelodeon e Comedy centrai. Ora la Viacom ha accusato Google di violazione dei diritti d'autore e ha richiesto che da YouTube vengano rimossi ben 100 mila videoclip di programmi Viacom, come The Daily Show. Nel giugno scorso la Nbc aveva annunciato di voler inserire dei videoclip promozionali su YouTube e di acquistare degli annunci pubblicitari sul sito. La settimana scorsa, il responsabile degli affari legali della Nbc ha inviato a Google una lettera con cui ha chiesto alla società di rimuovere dal sito i contenuti non autorizzati. Ora sembrerebbe che anche l'atteso accordo con la Cbs sia naufragato. Le due società non sarebbero riuscite a trovare un'intesa su punti cruciali come la durata dell'accordo. In futuro le trattative potrebbero essere riprese, ma per ora Google e la Cbs intendono collaborare solo su iniziative di minore entità.

Le difficoltà di Google con i dirigenti delle società televisive dimostrano ancora una volta che il successo ottenuto dalla società sul web potrebbe non essere facilmente replicabile nei segmenti del la distribuzione mediatica è della pubblicità televisiva e radiofonica. Nei primi anni dopo la sua fondazione, avvenuta nel 1998, Google si è occupata principalmente dell'indicizzazione di altri siti web e quasi nessuno ha sollevato proteste. Tuttavia, le recenti iniziative intraprese dalla società per espandere l'attività al settore dell'informazione, dei libri e dei video hanno suscitato le proteste di numerosi detentori dei diritti sul materiale utilizzato. Per esempio, il progetto di Google di trasformare in formato elettronico milioni di libri di università e biblioteche pubbliche creando un unico grande database ha provocato la reazione dell'associazione letteraria statunitense Authors Guild e di cinque importanti case editrici, che hanno querelato la società per violazione dei diritti d'autore.

Google è stata querelata anche da diverse società d'informazione in relazione all'utilizzo di titoli, estratti di articoli e materiale fotografico da parte del suo servizio Google News. In ognuna di queste cause, Google ha dichiarato di avere rispettato la normativa sul diritto d'autore. Finora nessuna di queste controversie ha prodotto un significativo rallentamento della crescita di Google, La società raggiunge milioni di utenti e migliaia di inserzionisti in tutto il mondo. La sua attività chiave di pubblicità on-line sta mettendo in ginocchio le società concorrenti e nel 2006 ha generato ricavi per oltre 10 miliardi di dollari. Per i dirigenti del settore televisivo preoccupati per le sorti delle loro società, YouTube è tanto affascinante quanto spaventoso. Le leggi sul copyright obbligano YouTube a rimuovere tutti i video sui quali il sito o i suoi utenti non detengono i diritti d'autore, a condizione che il sito riceva un reclamo dai rispettivi proprietari. Le società di media inviano regolarmente le loro lamentele e YouTube risponde cancellando prontamente i video contestati. Alcune società televisive hanno preso in considerazione la possibilità di intentare causa contro Google per violazione dei diritti d'autore. Non è chiaro quale sarà la reazione dei tribunali a questo approccio. Le principali società di media hanno realizzato dei propri siti di video che offrono, a titolo gratuito, la possibilità di scaricare programmi famosi come Lost e 24. Tuttavia, questi siti non godono nemmeno in minima parte della popolarità di YouTube.

Kevin J. Delaney
e Matthew Karnitschnig
per "Wall Street Journal"

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