Mediaset vs. Youtube, Nieri: ''Non escludo finisca con un accordo''
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Libero Mercato
I
Internet e Tv
Un'azione legale volta solamente a contrastare una forma di pirateria che, come tale, non può essere tollerata. «Il problema è l'impossibilità di accettare questi comportamenti. Noi siamo anche fornitori di contenuti per tutte le piattaforme, ed è ovvio che puntiamo a cedere i nostri prodotti, nella misura da noi stabilita, a chi li acquista regolarmente». Così spiega a LiberoMercato Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset, in un'intervista nella quale ritorna sulla causa avanzata a luglio dal gruppo del Biscione.
Dottoressa, qual è esattamente l'oggetto dell'azione legale che avete promosso?
«Si tratta di un atto di citazione per danni generati dallo sfruttamento illegale di video di titolarità Mediaset».
Per quale ragione avete agito?
«La vicenda era già iniziata nel 2006 con una prima diffida a Google-YouTube. Dopo una serie di passaggi intermedi, il confronto era finito in un nulla di fatto. Inevitabile a quel punto la citazione per danni. Ma, al di là del nostro caso specifico, credo che il problema sia molto più vasto e tale da intaccale i modelli di business classici fondati sulla difesa della proprietà intellettuale. Da quando internet è in grado di diffondere immagini e vìdeo, la spinta dell rete è andata nella direzione della rottura delle regole a difesa del diritto d'autore».
Perché una domanda risarcitoria così elevata?
«Si tratta di un conteggio oggettivo. Dalla rilevazione effettuata da Mediaset, sono stati individuati sul sito YouTube, al 10 giugno 2008, almeno 4.643 filmati dinostra proprietà, pari a oltre 325 ore di materiale emesso senza possederne i diritti. Il risarcimento richiesto da Mediaset riguarda inoltre il solo danno emergente. A questo bisognerà aggiungere le perdite subite per la mancata vendita di spazi pubblicitari sui programmi illecitamente diffusi in rete».
Se YouTube acquisisse regolarmente i diritti non sareste contrari alla diffusione dei vostri video sul loro sito?
«E' presto per dirlo: il procedimento è appena iniziato. Ma non escludo che possa chiudersi con un accordo».
Quali accorgimenti adotterete ora dai punto divista legale e contrattuale?
«Continueremo a monitorare ogni piattaforma, pronti a batterci contro tutto e tutti nella difesa strenua dei nostri diritti. E questo fino a quando si troverà - ma è un problema che riguarda il mondo intero - un nuovo modo di difendere i prodotti dell'ingegno. E quindi di finanziare le produzioni audiovisive».
Come reagite all'accusa di aver promosso un'azione non al passo con i tempi?
«Sappiamo che la posizione di Mediaset è stata definita vecchia e retrograda. In realtà, tutto il sistema audiovisivo mondiale è tuttora basato sulla cessione onerosa dei diritti e sulla possibilità di detenere diritti in esclusiva. In questo quadro, l'azione di Google è pura pirateria».
Dottoressa, qual è esattamente l'oggetto dell'azione legale che avete promosso?
«Si tratta di un atto di citazione per danni generati dallo sfruttamento illegale di video di titolarità Mediaset».
Per quale ragione avete agito?
«La vicenda era già iniziata nel 2006 con una prima diffida a Google-YouTube. Dopo una serie di passaggi intermedi, il confronto era finito in un nulla di fatto. Inevitabile a quel punto la citazione per danni. Ma, al di là del nostro caso specifico, credo che il problema sia molto più vasto e tale da intaccale i modelli di business classici fondati sulla difesa della proprietà intellettuale. Da quando internet è in grado di diffondere immagini e vìdeo, la spinta dell rete è andata nella direzione della rottura delle regole a difesa del diritto d'autore».
Perché una domanda risarcitoria così elevata?
«Si tratta di un conteggio oggettivo. Dalla rilevazione effettuata da Mediaset, sono stati individuati sul sito YouTube, al 10 giugno 2008, almeno 4.643 filmati dinostra proprietà, pari a oltre 325 ore di materiale emesso senza possederne i diritti. Il risarcimento richiesto da Mediaset riguarda inoltre il solo danno emergente. A questo bisognerà aggiungere le perdite subite per la mancata vendita di spazi pubblicitari sui programmi illecitamente diffusi in rete».
Se YouTube acquisisse regolarmente i diritti non sareste contrari alla diffusione dei vostri video sul loro sito?
«E' presto per dirlo: il procedimento è appena iniziato. Ma non escludo che possa chiudersi con un accordo».
Quali accorgimenti adotterete ora dai punto divista legale e contrattuale?
«Continueremo a monitorare ogni piattaforma, pronti a batterci contro tutto e tutti nella difesa strenua dei nostri diritti. E questo fino a quando si troverà - ma è un problema che riguarda il mondo intero - un nuovo modo di difendere i prodotti dell'ingegno. E quindi di finanziare le produzioni audiovisive».
Come reagite all'accusa di aver promosso un'azione non al passo con i tempi?
«Sappiamo che la posizione di Mediaset è stata definita vecchia e retrograda. In realtà, tutto il sistema audiovisivo mondiale è tuttora basato sulla cessione onerosa dei diritti e sulla possibilità di detenere diritti in esclusiva. In questo quadro, l'azione di Google è pura pirateria».
Federico Unnia
per "Libero Mercato"
(19/09/08)
per "Libero Mercato"
(19/09/08)
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