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Sky cresce negli ascolti a danno di Rai e Mediaset

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Fonte: Il Riformista

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Televisione

L'equilibrio tra le Tv principali in Italia è già cambiato, stando quantomeno ai risultati d'alcuni Istituti di ricerca.

Nell'arco degli ultimi tre anni, dal 2003 al 2006, la Rai ha subito una perdita di share dell' 1,3%, cui però ha corrisposto un ben più clamoroso calo di Mediaset del 3,6 %.

Le tv generaliste e duopolistìche perdono insieme, mentre Sky compie un balzo in avanti del 4,4%, che all'incirca corrisponde al totale del loro decremento.  Insomma: Rai accusa un trend negativo, ma di poco.

Mediaset perde quasi il triplo della Rai  La tv di Murdoch è ormai una vera alternativa per la tv generalista. Se queste cifre e queste tendenze rilevate da "It-Media Consulting"(pubblicate, con approfonditi commenti, dal Corriere Economia) si dovessero essere confermare nel prossimo futuro, ci sarà qualche guaio in più per il Biscione.

Dagli ultimi listini di Publitalia, si apprende che l'intero Gruppo Mediaset riduce le attese d'ascolto ulteriormente di un altro punto, rispetto all'anno passato.

Quali le cause di questo panorama incerto e nebuloso all'orizzonte di Mediaset, che pure è un'azienda sana ed efficiente?

A sentire le dichiarazioni ufficiali., tutte le colpe sono di Gentiloni. Ma gli effetti delle leggi paventate riguarderanno casomai il futuro. Intanto pesano errori imprenditoriali del passato.

Ne indico solo alcuni in generale: lo sviluppo rapido di Sky è dovuto anche all'usura della Tv ripetitiva e avara del duopolio, una stanchezza avvertita in particolare dai più giovani e più colti; la Rai, pur nell'ambito di un modello commerciale improprio, ha dimostrato una maggiore vitalità dei suoi marchi, anche se prevalentemente indirizzati al pubblico più anziano.

Mediaset è rimasta come bloccata in mezzo: perde pubblico giovane e colto a favore di Sky e adulto nei riguardi della Rai Come prevedibile, l'obiettivo (preminente per il Biscione) di maggiori ricavi, ha sottratto risorse ai programmi.

L'indebolimento di questi ultimi, ora, si riflette sugli ascolti e sui ricavi. Un circolo niente affatto virtuoso.

Stefano Munafò
per "Il Riformista"

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