La tv cinese parla francese e spagnolo e punta ad "informare" i paesi africani e quelli di lingua spagnola in cui sta ampliando la propria influenza commerciale e politica. Dal primo ottobre, secondo quanto riportato dal sito della televisione nazionale cinese (Cctv), hanno preso il via le trasmissioni dei canali Cctv-F e Cctv-E, che parlano rispettivamente la lingua di Molière e quella di Cervantes.
In un Paese in cui la libertà d'espressione è oggetto di diverse restrizioni, la possibilità di parlare ad un pubblico non solamente nazionale rappresenta una grande sfida. In questo senso, i responsabili dei nuovi canali hanno assicurato che l'informazione sarà imparziale e rappresenterà tutti i punti di vista.
Che Pechino fosse interessata a espandere la propria influenza nei cinque continenti era cosa nota, ma fino ad ora avevamo assistito solo a manovre "tradizionali" in ambito commerciale e industriale. Questi nuovi canali televisivi aprono invece, nuovi scenari. Da un lato la Cina sembra decisa a influenzare l'opinione pubblica del Continente Nero dove il francese è lingua ufficiale in decine di Paesi ex colonie di Parigi che, nel corso degli ultimi anni, hanno stretto sempre più accordi commerciali con il gigante asiatico, prodigo di tecnologia e finanziamenti.
L'altro territorio di "conquista" per Pechino è rappresentato dai Paesi di lingua spagnola non solo in Sudamerica - dove Argentina e Cile già ospitano imprese cinesi nel settore delle materie prime - ma anche nel Pacifico. Da tempo infatti, Pechino è impegnata nell'espansione della propria influenza nelle Filippine.
La televisione cinese "imparerà " ben presto anche altre lingue. Entro il 2010 dovrebbero infatti nascere tre nuovi canali in arabo, russo e portoghese. Come dire, dalla Grande Muraglia si può trasmettere molto lontano.
Matteo Ghisalberti
per "Libero Mercato"