Renzoni (Rai International): ''Promuoveremo il sistema Italia nel mondo''
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Italiachiamaitalia.com
Promuovere il sistema Italia affinché i connazionali all’estero conoscano sempre di più la realtà, in continua evoluzione, del paese di origine: questo è l’impegno programmatico che mi prefiggo nell’affrontare il mio incarico”. Parte dal cinema la nuova Rai per i connazionali che ci guardano dall’estero. E che, d’ora in poi, insieme alle trasmissioni vedranno anche un modello sociale e culturale da esportare.
È un nuovo ‘made in Italy’ quello che Daniele Renzoni, da quasi due mesi al timone della tanto contestata Rai International, vuole mandare in onda sugli schermi accesi oltre confine. Promozione del sistema Paese e della sua evoluzione, circuito informativo tra le diverse comunità presenti nel mondo, valorizzazione delle trasmissioni radiofoniche, un nuovo sito dal quale scaricare i programmi. E niente calcio.
Il classico italiano, seduto di fronte alla tv in attesa della partita e della pizza ordinata a domicilio, rinunci pure a disperarsi e puntare i piedi. “I diritti esigono costi enormi per la televisione pubblica” ha sentenziato il nuovo direttore, che di Rai se ne intende.
Classe 1949, Renzoni approda nel servizio pubblico nel 1988. Prima redattore nella sede regionale del Lazio, poi responsabile degli Interni per il Tg2, dopo un anno da caporedattore viene incaricato, nel 1999, di seguire l’inserimento e lo sviluppo delle nuove tecnologie e dei nuovi media all’interno della testata.
Vicedirettore del Tg2 nel 2002, corrispondente e responsabile per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dalla Francia fino al 2005, responsabile degli ‘approfondimenti di informazione e rubriche’ di Rai2, è stato autore del programma di approfondimento Confronti e conduttore della rubrica Dossier del Tg2 e del Magazine sul due, proponendo ritratti di personaggi della cultura e dello spettacolo.
Italiachiamaitalia.com ha incontrato Daniele Renzoni a margine dell’assemblea plenaria del Cgie, tenutasi la scorsa settimana a Roma presso la Farnesina.
Direttore, partiamo dal nuovo piano editoriale. Quando sarà presentato? Quali sono le priorità?
"Il piano sarà presentato la prossima settimana (questa settimana, per chi legge, ndr). Tra le priorità c’è sicuramente la valorizzazione del cinema italiano".
Su Rai Italia molto cinema vuol dire niente calcio?
"Diciamolo chiaro, una volta per tutte: in Europa il calcio non si può vedere. Per i diritti si esigono costi enormi che non possiamo permetterci. Purtroppo, per quanto riguarda la programmazione, bisogna fare i conti con alcuni programmi che richiedono spese troppo elevate. Il cinema è un altro nodo insolubile, anche se vogliamo partire proprio dalla valorizzazione delle pellicole italiane".
La “valorizzazione del cinema italiano” come si tradurrà, concretamente, nella programmazione di Rai Italia?
"Da Natale vorremmo programmare cinque film a settimana in maniera seriale, dividendoli per generi. Cominceremo da quelli di Leonardo Pieraccioni, grazie all’accordo siglato con Rai Trade. Certo, non potremo trasmettere film appena usciti nelle sale per ovvi motivi economici ma, anche se non saranno pellicole di ieri, posso garantire che, al massimo, saranno dell’altro ieri".
A proposito di costi e diritti televisivi, il senatore Pd Claudio Micheloni è intervenuto nel dibattito Cgie proponendo di replicare il modello svizzero o francese: negoziare il pagamento dei diritti in base a chi usufruisce realmente del servizio. In pratica, quando la Rai paga 60 milioni per gli italiani residenti in patria, ne può pagare altri 4 per quelli residenti all’estero. Le sembra una proposta realizzabile?
"Questa è una decisione che non dipende né da me né dal mio incarico, Raccoglierò l’invito del senatore e mi renderò interprete di questa possibile soluzione".
Come si articolerà il palinsesto?
"Sarà basato, fondamentalmente, sulla ripetizione di parte della programmazione Rai. Proporremo un palinsesto generalista".
Quindi non ci saranno criteri qualitativi nella scelta dei programmi da mandare in onda…
"Non esprimiamo giudizi qualitativi nella selezione dei programmi perché, proprio per rispettare il pluralismo, manderemo in onda “di tutto un po’”, con l’infotainment al mattino e l’intrattenimento in prima serata, ad esempio. Nella fascia mattiniera trasmetteremo Uno mattina oppure Cominciamo Bene".
Passando dal palinsesto all’organizzazione di Rai Internazionale, in quale modo la sua gestione si distanzierà da quella, tanto criticata, di Piero Badaloni?
"Non voglio mettermi a fare confronti con Badaloni, ognuno ha il suo metodo. Sarà il pubblico, con il suo riscontro, a decidere".
Quale situazione ha trovato al suo arrivo nel canale?
"Molto positiva".
Lo dice per diplomazia?
"No, lo dico seriamente. Ho trovato una buona redazione, composta da un gruppo di lavoro veramente deciso a soddisfare l’utenza che vive lontano. Con queste persone è possibile realizzare l’obiettivo della promozione dell’Italia".
Che cosa intende per “promuovere l’Italia”?
"Tra i primi scopi del piano editoriale che presenterò c’è la promozione del ‘made in Italy’ inteso, però, non solo come modello industriale ma, prima di tutto, culturale e sociale. Vogliamo raccontare l’Italia a chi, pur vivendo al di là dei confini nazionali, ci guarda e ci ascolta".
E proprio all’ascolto si era riferito in precedenza Renzoni, annunciando la valorizzazione delle trasmissioni radiofoniche nel corso del suo intervento alla plenaria del Cgie.
“Tra le linee guida contenute nel piano editoriale, che presenterò al più presto, sono incluse la valorizzazione delle trasmissione radiofoniche e l’inaugurazione del sito web, dove sarà possibile sia rivedere i programmi che scaricarli”. “Ancora in merito alla programmazione - ha poi spiegato -, abbiamo immaginato un contenitore dedicato ‘all’informazione di ritorno’, finalizzato a creare un circuito tra le varie comunità italiane presenti nel mondo così che, ad esempio, i connazionali residenti negli Stati Uniti sappiano che cosa fanno quelli emigrati in Australia”.
Più intento a spiegare le novità che a tornare su polemiche già sentite, il neodirettore ha solamente citato le contestazioni alla gestione Badaloni preferendo soffermarsi, casomai, sulle questioni tecniche.
“Sto studiando la situazione di Rai Internazionale, so che ci sono stati motivi di disagio, a partire dalla ricezione del segnale. Bisogna considerare che, nel frattempo, sta avvenendo il passaggio al digitale, anche se questa non è una scusante. Abbiamo già fatto due prove, infatti, di un nuovo sistema di trasmissione dall’Italia”.
Sempre a proposito del segnale, l’intervento di Renzoni non ha trascurato il disservizio denunciato dai connazionali nel Continente Nero. “Cercheremo di migliorare il sistema di trasmissione che penalizza l’Africa - ha assicurato -, un quarto canale di trasmissione è costoso ma cercheremo ugualmente di realizzarlo”.
Barbara Laurenzi
per "Italia chiama Italia"