
Presidente, è trascorso un anno da quando è nata TivùSat. E stato uno startup difficile?
È stato un periodo in cui siamo stati messi a durissima prova: ma alla fine abbiamo incassato il via libera all'iniziativa da parte delle Autorità di garanzia, Antitrust e Agcom. È stato un passaggio molto importante.
E dopo un anno siete pienamente operativi?
Molto di più. Abbiamo raggiunto obiettivi che neanche noi ci aspettavamo. All'inizio di maggio avevamo raggiunto 250mila carte attivate e avevamo detto pubblicamente che l'obiettivo 2010, cioè mezzo milione di carte, lo abbiamo praticamente raggiunto: al 22 luglio siamo a quota 455 mila. Ovviamente il mezzo milione lo raggiungeremo all'inizio di agosto. E a questo punto dobbiamo rivedere al rialzo anche l'obiettivo al 2012, ossia l'attivazione di 1,2-1,5 milioni di carte.
Perché far nascere una nuova piattaforma?
Con TivùSat diamo la possibilità a tutti i cittadini a cui non arriva il segnale digitale, o arriva male, di vedere l'intera programmazione.

Credo che non sia il caso di tirar fuori delle polemiche che mi sembrano sostanzialmente sopite. TivùSat è ormai una realtà consolidata, noi dobbiamo portare l'offerta digitale in chiaro a quella porzione di territorio che è raggiunta male dal segnale digitale. La crescita che abbiamo registrato in questi primi mesi si è concentrata nelle zone dove il segnale arriva difficilmente. Oggi abbiamo una penetrazione nelle famiglie italiane di circa l'1,75 per cento. Ma su questo 1,75 per cento noi abbiamo una ripartizione regionale che ci fa capire come questo servizio vada incontro alle esigenze proprio di quei cittadini che non sono coperti, o sono coperti male, dal segnale digitale. Faccio un esempio: la Liguria, regione di medie dimensioni, ha un tasso di penetrazione del 3,5 per cento; del 3 per cento la Calabria; il Molise del 2,85. Poi ci sono anche regioni che sono in parte pianeggianti, ma che hanno una buona componente montuosa come l'Emilia Romagna al 2 per cento.
Siete già rientrati dalla spesa iniziale?
Assolutamente sì, perché questa è una società che produce servizi, gli editori sono responsabili della loro offerta e totalmente autonomi. La società è pienamente in equilibrio.
La Commissione europea ha deciso di permettere a Sky di partecipare alla prossima gara per l'assegnazione delle frequenze digitali. Qual è la vostra posizione?
Su questo non posso rispondere. Il giudizio che dà TivùSat su questa questione è il giudizio dei suoi azionisti. Questo proprio perché non siamo un altro soggetto che è entrato nel mercato, ma siamo un'intesa tecnica a favore del mercato. I giudizi di questa natura vanno rimandati agli azionisti.
Quindi sostenete la posizione del vostro azionista Mediaset?
per "Il Riformista"
(22/07/10)