Sciopero di 12 ore alla BBC contro tagli e superturni dei giornalisti
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
Carichi di lavoro insostenibili, stress, tagli pesantissimi che lasciano a casa migliaia di giornalisti e tecnici, ma anche accuse di bullismo all'interno dell'azienda: in queste condizioni alla Bbc si incrociano le braccia per la seconda volta in meno di due mesi.
La giornata di sciopero è cominciata con i picchetti davanti alla sede nel centro di Londra dell'emittente pubblica britannica, per continuare con palinsesti stravolti e notiziari ridotti a partire da mezzogiorno di oggi per dodici ore, sia per il servizio radio e tv nazionale che per quello internazionale.
Una protesta contro le politiche aziendali che, in linea con l'austerity voluta dal governo, hanno come obiettivo una drastica riduzione dei costi. Così, in tempi di crisi, anche per la gloriosa tv pubblica britannica la mobilitazione sindacale diventa strumento sempre più frequente, come non lo si vedeva da anni. Lo sciopero è stato indetto dal sindacato nazionale dei giornalisti (Nuj) insieme con quello che rappresenta il personale tecnico (Bectu), ed è il secondo in poche settimane: già lo scorso 18 febbraio i giornalisti si erano fermati per 24 ore.
Il sindacato sottolinea come la Bbc abbia perso 7.000 dipendenti dal 2004 e contesta i nuovi provvedimenti previsti dal piano aziendale che punta ad un massiccio ridimensionamento, con fino a 2.000 posti di lavoro cancellati entro il 2017, soprattutto attraverso una massiccia campagna di licenziamenti, esuberi e prepensionamenti. Volontari in teoria, ma, a quanto pare, non sempre negoziabili. Il sindacato aveva chiesto una moratoria di sei mesi sui nuovi tagli decisi, in modo da mettere a punto un'analisi più puntuale della situazione e delle esigenze sul posto di lavoro.
Un secco no la risposta dell'azienda, da cui la mobilitazione di oggi che punta in particolare allo stress sempre crescente cui sono sottoposti i dipendenti. Il braccio di ferro che si prospetta durissimo perchè, a parte la scuse e il rammarico di rito rivolto agli utenti, i vertici hanno fatto sapere nuovamente oggi che sui tagli non si torna indietro: «Dobbiamo proseguire su questa strada considerati i risparmi significativi che siamo tenuti a fare, cosa che non potrà essere cambiata da uno sciopero».
Un nuovo duro colpo per l'emittente faro del giornalismo di qualità, che sembra intrappolata in una drammatica spirale, a partire dagli scandali che l'hanno travolta. Devastante quello scagtenato dalle accuse di abusi sessuali all'ex dj scomparso Jimmy Savile, andati avanti per decenni addirittura e sotto gli occhi di tutti. Sono state aperte inchieste interne, sono cadute teste, ma soprattutto il caso ha fatto vacillare la reputazione della 'ziettà, come è nota nel Regno Unito la – almeno fino ad ora - rassicurante e affidabile Bbc.