Sky Cinema Classics, conversazione tra Freda e Tornatore
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Digital-Sat (com.stampa)
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Sky Italia
giovedì, 25 ottobre 2007 | Ore: 00:00

“Conversazione tra Riccardo Freda e Giuseppe Tornatore”, dopo la proiezione alla Festa del Cinema di Roma di sabato 20 ottobre, sarà trasmessa su SKY Cinema Classics venerdì 26 ottobre alle ore 22,30 e a seguire due film diretti da Freda: Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea alle ore 23,25 e L’iguana dalla lingua di fuoco alle ore 00,55.
Due generazioni di registi a confronto in un bar di Parigi, con il maestro Freda, uomo dal carattere difficile scomparso a 90 anni nel 1999, che racconta al giovane Tornatore la sua lunga esperienza di regista, “anche se la mia vera professione era quella di scultore – precisa- In ‘Maciste alla corte del Gran Kahn’ ogni pezzo di statua è opera mia”. “Devo ammettere che mi piaceva il cinematografo anche perché guadagnavo un sacco di soldi – commenta onestamente – Ero il regista più pagato d’Italia. Oggi che non faccio più film – prosegue - non mi manca niente, anche perché gli attori li detestavo e il cinema è un mondo deteriore, curioso con una rivalità esasperata”.
Freda, autore di 37 film (“ero molto veloce a girare perché non guardavo il copione. I film dell’orrore li ho fatti al massimo in 2 settimane”) ha attraversato diversi generi: dalla trasposizione di classici letterari sul grande schermo (da un racconto di Puskin nasce Aquila nera -1946- e da Victor Hugo I miserabili - 1948), al peplum (Teodora – L'Imperatrice di Bisanzio, 1954), al poliziesco (Trappola per l'assassino, 1966), arrivando ai film di Maciste (Maciste alla corte del Gran Khan, 1961, e Maciste all'Inferno, 1962).
Ma Riccardo Freda è considerato il padre del cinema horror in Italia: “Stavo sempre nell’ufficio di Donati e Carpentieri – spiega a Tornatore - con cui avevo fatto molti film. Un giorno chiacchierando proposi loro di fare un film dell’orrore, avrei portato il giorno dopo un soggetto scritto e inoltre avevamo già l’attrice (Gianna Maria Canale) e i teatri di posa. Allora chiamammo Lombardi, che ebbe un barlume di chiaroveggenza e così nacque ‘I Vampiri’, il primo horror italiano che fu macellato dalla censura”.