Si rallenta l'iter per la vendita dei diritti tv della Serie A del triennio 2018-2021. È l'inevitabile effetto della decisione con cui l'Antitrust ha bocciato le linee guida, approvate a fine novembre dall' assemblea dei venti club ed elaborate dall'advisor Infront. Le linee guida sono finora state intese soltanto come la cornice entro cui definire il bando di vendita, che per i diritti tv del prossimo triennio (campionato, coppa Italia, Supercoppa italiana e Primavera) era atteso a marzo e potrebbe slittare di un paio di mesi: neanche trenta pagine, un testo per gran parte identico a quello approvato per il bando del 2015-2018, e addirittura più preciso e stringente, secondo quanto fanno notare fonti di Infront che, in attesa di valutare i rilievi, accoglie con «sorpresa» la decisione dell'Agcm.
È difficile leggere questo episodio senza tenere conto dell'epilogo dell'ultima asta, conclusa nell'estate 2014 con una controversa vendita che ha lasciato strascichi polemici, nonché le multe dello stesso Garante per la concorrenza a Lega Serie A, Infront, Mediaset e Sky (accusate di una supposta intesa restrittiva della concorrenza), annullate però prima di Natale dal Tar del Lazio. Sempre a dicembre l'Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella ha sollevato dubbi sulle linee guida, richiedendo informazioni alla Lega su numero e tipologia dei pacchetti proposti al mercato, e sulle relative procedure di offerta, per verificare il rispetto delle norme concorrenziali.
In particolare, è stato richiesto un chiarimento sui criteri utilizzati per adottare pacchetti equilibrati fra loro. A gennaio la Lega ha spiegato che, per non compromettere il valore dei pacchetti, i dettagli richiesti sarebbero stati presenti solo nel bando, come è successo in precedenza. Una risposta non sufficiente per il Garante, che ritiene le linee guida carenti nelle indicazioni sui soggetti che possono partecipare all'asta, consentendo ingiustificate discriminazioni. E carenti - ha notato l'Agcm con un implicito riferimento alla sublicenza fra Mediaset e Sky nell'ultima asta - sono le regole che consentano una assegnazione dei diritti rispettosa fedelmente delle offerte presentate. Secondo l'Antitrust, un maggior dettaglio nell'individuazione dei pacchetti e delle regole di gara rappresenterebbe uno stimolo alla partecipazione e al confronto. Al contrario, le linee guida della Lega Serie A non garantirebbero condizioni di equità, trasparenza e non discriminazione.
Alcune modifiche, che non cambiano principi e inquadramento generale delle linee guida, sono state richieste anche dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazione, l'altra Authority di cui è richiesta l'approvazione secondo la Legge Melandri: si tratta di ritocchi non sostanziali che riguardano in particolare la tutela dei consumatori e degli utenti e le condizioni di accesso al segnale, ma la decisione di rinviare l'ok è legata alla necessità dell'approvazione contemporanea da parte dell'Antitrust. Per ogni commento e valutazione la Lega attende di conoscere nel dettaglio i rilievi dei due garanti. E nel frattempo aspetta che si definisca l'incerto scenario dei broadcast, su tutti Sky e Mediaset, impegnata nella partita legale-finanziaria con Vivendi, che potrebbe coinvolgere Telecom. In ogni caso i club di Serie A sperano di aumentare gli attuali ricavi complessivi (circa 1,2 miliardi di euro a stagione), magari passando dalla vendita per piattaforma a quella per prodotto, e aggredendo meglio il mercato internazionale.