Malelingue Olimpiche - Un calcio ai Giochi
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: L'Unit
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Sport
Da qualche giorno "Repubblica" ha indetto sul web un sondaggio abbastanza seguito sul calcio alle Olimpiadi, Lo volete, non lo volete? Fino alla mattina di due giorni fa i "no" erano superiori non di molto. Poi è arrivata la contemporanea del turno calcistico di Giovinco, Montolivo e co. contro il Camerun ma già qualificati, e della sfortunata semifinale del fiorettista Salvatore Sanzo, all'indomani della debacle da "isola dei fumosi" di Aldo Montano nella sciabola.
Bastava vedere lo spettacolo modestissimo, da 0-0 in tutti i sensi, ascoltare il commento del duo di Piadena che si scusava quasi per non sapere che dire di fronte a cotanta modestia e disimpegno, e poi nella finestrella di Rai Due cogliere in pedana gli affondi di Sanzo, successivamente bronzo, e il calore con cui il telecronista deputato ce li rendeva. Il confronto era del tutto imbarazzante, ma per il calcio e chi lo seguiva, a favore di uno sport olimpico per eccellenza, come del resto sono l'atletica e il nuoto, quale è la scherma.
Bisognerebbe conservare quelle immagini, la sequenza di tutto calcio sul monoscopio, poi finestrella sul foretto, poi brevissimamente tutto il monoscopio sulla pedana, infine la pedana e un riquadrino schifosino sul pallone, sul quarto d'ora finale commoventemente biscottato senza bisogno di accordi.
Il contrario delle Olimpiadi, che a maggior ragione ormai chiamo Pecuniadi, ovvero i Giochi del denaro che non puzza, oppure etimologicamente delle "pecore" che vanno a brucare dove dice il pastore/padrone.
Ecco, forse del sondaggio di cui sopra non dovrebbe esserci più bisogno. Forse rimare a far capire che calcio e Olimpiadi sono altra cosa, non confondibili né sommabili, è la lezione interna più evidente di queste Olimpiadi. Quella esterna agli impianti passa per Pechino e la Cina e il Tibet, e i diritti umani e civili conculcati.
Bastava vedere lo spettacolo modestissimo, da 0-0 in tutti i sensi, ascoltare il commento del duo di Piadena che si scusava quasi per non sapere che dire di fronte a cotanta modestia e disimpegno, e poi nella finestrella di Rai Due cogliere in pedana gli affondi di Sanzo, successivamente bronzo, e il calore con cui il telecronista deputato ce li rendeva. Il confronto era del tutto imbarazzante, ma per il calcio e chi lo seguiva, a favore di uno sport olimpico per eccellenza, come del resto sono l'atletica e il nuoto, quale è la scherma.
Bisognerebbe conservare quelle immagini, la sequenza di tutto calcio sul monoscopio, poi finestrella sul foretto, poi brevissimamente tutto il monoscopio sulla pedana, infine la pedana e un riquadrino schifosino sul pallone, sul quarto d'ora finale commoventemente biscottato senza bisogno di accordi.
Il contrario delle Olimpiadi, che a maggior ragione ormai chiamo Pecuniadi, ovvero i Giochi del denaro che non puzza, oppure etimologicamente delle "pecore" che vanno a brucare dove dice il pastore/padrone.
Ecco, forse del sondaggio di cui sopra non dovrebbe esserci più bisogno. Forse rimare a far capire che calcio e Olimpiadi sono altra cosa, non confondibili né sommabili, è la lezione interna più evidente di queste Olimpiadi. Quella esterna agli impianti passa per Pechino e la Cina e il Tibet, e i diritti umani e civili conculcati.
Oliviero Beha
per "L'Unità"
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