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De Siervo e il futuro della Serie A: Sky e Dazn, crescita record e la lotta contro la pirateria

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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Sport

De Siervo e il futuro della Serie A: Sky e Dazn, crescita record e la lotta contro la pirateriaLuigi De Siervo, ad della Lega Serie A risponde ad Andrea Biondi del Sole 24 Ore da Montecarlo. È lì per Sportel, salone di riferimento per il business dello sport. Del resto, seppur con in tasca il risultato dell’assegnazione dei diritti della Serie A a Dazn e Sky per cinque stagioni dal 2024 – con assegnazione un anno in anticipo rispetto all’attuale scadenza, cosa mai successa – tempo da perdere non ce ne è. L’obiettivo è valorizzare al meglio l’asset più pregiato per iclub.

«Saremo fra le poche Leghe a migliorare il risultato internazionale in un contesto di mercato estremamente complesso, legato alle contingenze ma anche in risposta alla contrazione del mondo Ott».

In cifre
«Otterremo 300 milioni all’anno contro i 250 attuali». Il tutto con l’attesa di migliorarsi anche su Coppa Italia e Supercoppa, che per De Siervo si unisce a «un grande successo con l’assegnazione dei diritti Tv della Serie A». E questo perché «il calcio italiano, qualsiasi cosa se ne dica, ha un grande valore».

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è stato critico e ha voluto farlo sapere anche durante la sua conferenza stampa.
«Quello che posso dire è che abbiamo ottenuto un risultato che ritengo eccellente. Siamo riusciti da un lato a garantire un floor rilevante pari a 900 milioni annui rispetto agli attuali 927. Ma soprattutto abbiamo raggiunto quello che cercavamo di ottenere con il canale tematico: la possibilità di guadagnare dei soldi ulteriori, ma senza rischi per la Serie A. Non siamo soci di Dazn, ma superata la soglia di fatturato di 750 milioni da parte della piattaforma otterremo il 50% delle gross revenues, non del margine, che sconta sempre la variabile dei costi.»

Certo, occorre però che quei ricavi Dazn li faccia. Al Sole 24 Ore risulta che il fatturato a voi dichiarato sarebbe di 680 milioni, con 1,9 milioni di abbonati.
«Il che, però, vuol dire che c’è un margine di crescita molto alto. Se anni fa Sky e Mediaset insieme dichiaravano oltre 4,2 milioni di abbonati significa che c’è ampio spazio per crescere. È vero che con la concurrency magari gli abbonati attuali si sovrappongono ed è vero che quelli di allora erano a basso budget. Ma la verità è che ci sono in Italia oltre 2 milioni di persone che usufruiscono in maniera illegale di contenuti piratati.»

La nuova legge che dà ad Agcom poteri di intervento in 30 minuti e l’emendamento ancora più stringente allo studio con il decreto Caivano saranno la chiave di volta?
«Mettiamola così: se dovesse vincere la pirateria non perderemmo nulla rispetto a oggi. Ma se vinciamo, allora vorrà dire che stravinciamo.»

Come si è arrivati al pacchetto licenziato a Dazn e Sky?
«Ci sono stati oltre 27 schemi diversi con più pacchetti. Abbiamo provato tutte le strade possibili in un contesto come quello italiano in cui l’Antitrust, al contrario di ciò che avviene in Spagna, non permette di vendere insieme diritti e connettività, che è ciò che consente a Telefónica di pagare quel che paga. Noi abbiamo dovuto lavorare in un contesto praticamente senza competizione perché i soggetti interessati avevano ambizioni molto diverse. Siamo stati vicini ad assegnare una partita in chiaro e dobbiamo ringraziare Mediaset per aver creduto nel progetto. Ma non c’erano le condizioni perché il soggetto forte, Dazn, imprescindibile in tutte le configurazioni di mercato, non ha mai realmente valutato alcuna alternativa al modello attuale (10 partite in esclusiva con 3 in co-esclusiva, ndr)  »

Da qui il tandem Dazn-Sky.
«Lavorando di fino siamo riusciti a configurare una serie di pick, partite, migliori per Sky consentendole di alzare la propria offerta come ha fatto. Quanto a Dazn per la prima volta nella storia della Serie A, per promuovere l’inizio della stagione e incentivare i nuovi abbonati avrà la possibilità di trasmettere, “free-to-air” e sempre sul proprio sito o app, un massimo di 5 gare a stagione. Ma c’è un altro elemento che ha fatto la differenza.»

A cosa si riferisce?
«In realtà il canale Radio Tv della Lega con Rds diventerà centrale nell’offerta Dazn sul proprio portale. Per noi questo è molto importante, ossia che il progetto della trasformazione della Serie A in una vera media company prosegua. Manterremo la trasmissione del canale radio su Dab, ma hanno voluto comprare l’esclusiva video per avere il nostro canale sulla loro piattaforma. Perché, già dopo tre mesi, è diventato un punto di riferimento, di fatto garantendo agli appassionati un prodotto live per 17 ore al giorno in cui la Serie A si racconta direttamente, senza filtri.»

Quindi la vostra Radio Tv lascerà il digitale terrestre?
«Dall’1 luglio. Tutto ciò risponde all’esigenza di attenzione sempre crescente sui contenuti. Siamo a tutti gli effetti editori. Il canale lo facciamo, ma ce lo pagano altri. Arriveranno soldi in più? No, sono all’interno dell’offerta Dazn e tutto questo ha portato al final effort che ha condotto alla loro offerta. Ricordo che fra Dazn e Sky avremo garantiti 900 milioni, con ulteriori possibili 60 milioni derivanti dal revenue sharing di Dazn, relativo al peggior scenario ipotizzato. Ma auspicabilmente potrebbero essere anche di più. È la seconda volta che i fondi lambiscono la Serie A senza entrarvi».

Questione di tempo?
«Siamo stati i primi a essere approcciati dai fondi perché siamo la Lega a maggior potenziale di crescita futura. Questa volta i progetti presentati erano troppo poco approfonditi per ricevere un’attenzione sostanziale. Ma l’attenzione che ci è stata riservata conferma l’importanza crescente della Serie A. Altro che calcio italiano povero e senza più valore.»

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