Nel 1860 Garibaldi sbarca in Sicilia con i Mille
accelerando il processo di unificazione nazionale.
Nel Meridione lottano al suo fianco contro il dispotismo Borbonico
anche molti "briganti" che, in seguito, delusi dal nuovo governo
italiano, lo contrasteranno subendo una sanguinosa repressione.
Il più temuto capobanda si chiama Carmine Crocco.
"Il Generale dei Briganti", una miniserie dedicata ad una figura leggendaria, un uomo dalla personalità forte e decisa, un personaggio dalle origini umili che, grazie ad un'intelligenza fuori dal comune, è divenuto nel tempo l'archetipo del brigante risorgimentale: Carmine Crocco, uomo dei boschi e maestro d'armi. Detto anche "Il Generale dei briganti" Crocco con la sua personalità spiccata ha affascinato generazioni intere e le sue gesta, spesso ardite e spregiudicate, lo hanno reso alla storia come un vero e proprio eroe. La fiction che, nell'ambito delle celebrazioni del 150esimo dell'Unità d'Italia vuole ricordare il fenomeno del brigantaggio, è frutto della libera ispirazione degli autori ai fatti e ai personaggi storici narrati.
"Il Generale dei Briganti", una coproduzione Rai Fiction - Ellemme Group per la regia di Paolo Poeti che firma anche il soggetto con Antonio Ferraro e la sceneggiatura con Giovanna Koch e la consulenza del Professor Carlo Felice Casula. Nel cast con Daniele Liotti, Raffaella Rea, Danilo Brugia, Christiane Filangieri e Massimo Dapporto. In prima serata su Rai1 domenica 12 e lunedì 13 febbraio.
LA STORIA:
1864. Basilicata. Vulture. Due uomini si cercano per una resa dei conti mortale. Sono Mariano Aiello (Danilo Brugia), deputato napoletano del governo unitario e Carmine Crocco (Daniele Liotti) brigante lucano che nel 1860 aiutò i garibaldini a liberare la sua regione dal giogo Borbonico in cambio della promessa di libertà e riscatto sociale. Fu proprio Mariano, fervente mazziniano, a convincere il brigante e la sua banda a passare dalla parte dei democratici unitari per liberare la Basilicata. Ma ora quell'amicizia si è spezzata. Volontà di vendetta, per un presunto reciproco tradimento, anima quei due cavalieri che si cercano nei boschi del Vulture. Ecco tutta la vicenda che conduce a quell' appuntamento finale.
Il caporale Carmine Crocco (Daniele Liotti), povero pastore lucano arruolato nell'esercito borbonico per sottrarsi alla fame, torna a casa da Napoli a Rionero del Vulture per sposare l'amata Nennella (Raffaella Rea). Così diserta l'obbligo militare ma al suo rientro al casolare paterno trova la giovane sorella Rosina (Larissa Volpentesta) sfregiata.
Chiede ragione. E' stato uno spasimante respinto. Crocco vuole farsi giustizia. Lo affronta e lo uccide senza sapere che quel giovane era un potente della zona, il figlio del conte Guarino (Massimo Dapporto), un uomo, quest'ultimo, che già tanto dolore ha portato in passato nella sua famiglia. Crocco è costretto alla macchia per evitare la ritorsione e la condanna a morte. Diventa brigante. Conosce il medico Mariano (Danilo Brugia), che a Napoli sta curando sua madre morente. Mariano è innamorato proprio della figlia del conte Guarino, Giuseppina (Christiane Filangieri). Carmine viene convinto alla causa unitaria. In cambio avrà il perdono una volta fatta l'unità e cacciati i Borboni. A Mariano lo ha promesso Garibaldi (Thierry Toscan) in persona.
Così Crocco comincia combattere contro i legittimisti borbonici. Userà la tecnica del mordi e fuggi, una tecnica da guerriglia ante litteram. Colpire con agguati a sorpresa e rifugiarsi nei boschi della sua terra.
La duplice storia d'amore quella di Carmine con Nennella e quella di Mariano con Giuseppina, si intreccia indissolubilmente con gli eventi drammatici del momento. Nennella diventa brigantessa per stare vicina al suo uomo e avrà da lui una figlia. Giuseppina si unirà ai rivoluzionari, dopo conflitti laceranti con suo padre il conte Guarino.
E' la fine del 1860. L'unità d'Italia è fatta. Ma la speranza di Crocco di tornare a una vita normale sarà ben presto vanificata. Quando si presenta a Rionero, infatti, per ricevere gli onori dovutigli, con il tricolore che drappeggia il suo cavallo e i suoi uomini al seguito, il nuovo prefetto, il conte Guarino in persona, passato con i Piemontesi, lo informa che dovrà essere processato per i crimini commessi in precedenza che non gli sono stati condonati.
Carmine Crocco, malgrado l'appoggio della popolazione che lo riconosce come eroe, come vero liberatore, uccide il suo nemico Guarino e torna di nuovo alla macchia deluso ma non rassegnato. Di nuovo sarà brigante.
Da quel momento penserà solo a se stesso e a Nennella. Parteciperà dalla parte sbagliata a quella specie di guerra civile che dopo l'unità, ancora per anni, insanguinerà tutto il meridione d'Italia.
Nel 1864, la repressione del brigantaggio da parte dei Piemontesi porterà Carmine e Mariano a ritrovarsi su fronte opposto, decisi ambedue a un confronto mortale.
Ma l'amicizia nata nel tempo è più forte del rancore. Il duello non avrà luogo, sarà solo un amaro confronto tra due uomini che, prima di separarsi, ammettono di non aver realizzato il loro sogno.
Crocco dopo qualche tempo viene catturato e condannato a morte. Ma Mariano riesce a salvargli la vita e tramutare la condanna in carcere a vita. Sarà proprio lui l'amico di un tempo che insieme a Nennella ad accompagnare Carmine all'imbarco per il penitenziario dove sconterà la sua pena.