Vivendi cerca pace su Premium ma Mediaset non ci sta. Scambio accuse su conti pay-tv.
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
Vivendi non svela tutte le carte sul mancato acquisto di Mediaset Premium, ma comincia a chiarire la sua strategia futura: le cause civili intentate dal Biscione e da Fininvest rischiano di avere tempi lunghissimi, mentre un mancato giudizio Antitrust potrebbe far decadere il contratto. Materia per avvocati ma, a parte i toni e le dure accuse su conti «aumentati artificialmente», è chiaramente una posizione negoziale. Mediaset e Fininvest mantengono la loro posizione: prima si onora il contratto, poi si discute.
Senza avviare una 'contro-causa' e in attesa che i pontieri tra i due gruppi (soprattutto Tarak Ben Ammar in ambiente Mediobanca, dove l'accordo sulla pay tv fu trovato) facciano il loro lavoro, il gruppo francese qualcosa di concreto comunque lo ha deciso: in casa propria, dove tutti i problemi sono nati portando Vincent Bolloré a tentare di rinegoziare un contratto sul quale sa di avere pochi spazi dal punto di vista legale. Dopo un altro semestre finanziariamente difficile, con un risultato operativo negativo per oltre 100 milioni, per le attività francesi di Canal+ è infatti in corso un forte taglio dei costi, da 300 milioni da qui al 2018. L'ambizione di Vivendi di creare un polo di produzione e distribuzione radicato nell'Europa 'latinà, di cui l'Italia sia un Paese importante, «rimane la stessa» anche dopo i dissidi con Mediaset, afferma l'amministratore delegato del gruppo francese, Arnaud de Puyfontaine. Vivendi insiste che, in base all'audit condotto da Deloitte e dalle proprie analisi sui conti di Mediaset Premium, «le cifre fornite prima della firma non sono realistiche e posano su una base aumentata artificialmente». I francesi pensano anche che la prima udienza della causa avviata da Mediaset «non si terrà prima del 27 febbraio 2017» e che se l'Antitrust europeo non dovesse dare il suo parere a litigio in corso, anche il contratto che aveva previsto il closing alla fine di settembre non sarebbe più valido.
«Quanto dichiarato» da Vivendi «è destituito da ogni fondamento giuridico e commerciale» e «i dati consegnati da Mediaset» su Premium «oltre un mese prima della firma sono veri, realistici e inconfutabili», replica il Biscione, secondo il quale il termine del 27 febbraio 2017 si riferisce ai termini 'normalì di legge, ma Mediaset tenterà di accelerare la discussione, con buone probabilità di riuscirci: il Tribunale di Milano non ha tempi biblici per la fissazione delle udienze di questo genere, anche se poi bisognerà studiare le memorie. Fininvest «riafferma l'assoluta linearità e correttezza dei comportamenti suoi e della controllata Mediaset: respinge in toto perché assolutamente priva di fondamento la ricostruzione dei fatti diffusa da Vivendi». Secondo la holding dei Berlusconi è «a dir poco stupefacente che Vivendi, il cui scorretto e inaccettabile comportamento è all'origine di quanto sta avvenendo, abbia l'ardire di indossare i panni del danneggiato».
Le News più commentate del Mese