Si riparte dal lavoro svolto da Carlo Verdelli, assicurano i vertici di Viale Mazzini. Del piano messo a punto dal direttore per l'offerta informativa, che si è dimesso ieri dopo lo stop al progetto in consiglio di amministrazione, non rimane però molto. Via lo spostamento del Tg2 a Milano, via la formazione delle macroregioni, via la fusione tra Rainews e Tgr, al dg Antonio Campo Dall'Orto, che ha deciso di gestire in prima persona il dossier, resta tanto lavoro da fare.
L'intenzione è quella di far presto, di arrivare al via libera di un testo base in poche settimane per poi passare al vaglio della Commissione di Vigilanza. Il clima non è però dei migliori, viste le richieste di dimissioni del dg che arrivano da più parti e le accuse di boicottaggio nei confronti dei diversi membri del cda. I parlamentari di centrodestra invocano un passo indietro del manager veneto e chiedono di convocare subito i vertici in Vigilanza, ma anche dal Pd le critiche sono dure, pur assolvendo il passato governo.
«Renzi non c'entra nulla con quanto sta accadendo in Rai - sostiene Michele Anzaldi -. I vertici sono autonomi e su stipendi, canone e informazione hanno sconfessato il mandato». «Hanno fatto tutto da soli! Le organizzazioni sindacali non hanno neppure potuto avanzare critiche e proposte», accusano Fnsi e Usigrai, invocando un intervento di Tesoro e Vigilanza.
Il presidente della bicamerale, Roberto Fico, è al lavoro per un'audizione già la prossima settimana e, intanto, avverte:
«Sull'informazione non si è avuto il coraggio di cambiare. A questo punto chiediamo di poter valutare il piano in tempi rapidissimi». E ancora: «Campo Dell'Orto e Monica Maggioni devono farsi garanti dell'indipendenza della Rai, se non si ritengono indipendenti si possono dimettere tutti».
Il riferimento è a quelle ricostruzioni che vedono nello stop al piano una vittoria della vecchia politica, rappresentata dal cda.
«Nessuno di noi ha agito su mandato di un qualche agente politico - assicura il consigliere Franco Siddi -. Non esiste il manager salvifico e il consiglio di malfattori».
Il dg è già al lavoro sul piano e spera in una sdrammatizzazione e spersonalizzazione dei toni. Spetterà a lui fare la sintesi tra le diverse posizioni e nessuno, almeno per il momento, prenderà il posto di Verdelli al vertice della direzione per l'offerta informativa. Dal consiglio già avvertono che servirà un pò di tempo, due mesi almeno, per trovare la quadra. Quello che è certo è che misure troppo onerose per l'azienda, come erano considerate diverse delle proposte di Verdelli, non troveranno spazio. La riduzione del canone e conseguente incertezza di risorse per l'anno in corso impongono prudenza.
Si lavorerà su quattro aree: informazione digitale, per avvicinare sempre più i giovani all'informazione della tv pubblica; informazione di flusso, con sinergie o integrazioni tra all news e web; informazione generalista, con al centro l'innovazione dei tg e possibili razionalizzazioni; informazione per l'estero, con un canale in inglese e news in italiano per l'estero per sostenere l'italofonia.
