Mediobanca, In 5 anni persi 1,2 mln di ricavi. Nessun impatto conti da canone Rai in bolletta
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Adnkronos
Il settore radiotelevisivo italiano chiude un quinquennio nero, con perdite nette per quasi 900 milioni, pubblicità in calo del 25% e ricavi passati da 10,1 miliardi a 8,9. Ma l'anno scorso i segnali della ripresa del 2015 si sono consolidati. A dirlo è il Report sui maggiori operatori televisivi italiani (Mediaset, Sky Italia, Rai, Discovery Italia e La7) dell'Area studi di Mediobanca, che ha anche messo in luce come il canone Rai in bolletta abbia portato l'evasione privata dal 30% al 6%, ma abbia avuto impatto neutro sui conti Rai, visto che degli oltre 2 miliardi di introiti da canone 2016 stimati dall'Agenzia dell'Entrate, a viale Mazzini resteranno solo 1,7 miliardi di canone ordinario.
I cinque operatori tv, il 90% del mercato, hanno quindi registrato nel 2015 ricavi a 8,9 miliardi di euro, +1,4%, dopo anni di flessione. A penalizzare i conti è stata soprattutto la raccolta pubblicitaria, scesa nel quinquennio da 4.688 milioni a 3.668 (-22%), ma in ripresa nel 2015 del +2,4%. Se non si considerasse quella delle 'matricola' Discovery, la contrazione degli incassi da spot sarebbe stata del 25%. E se i ricavi de La7 anche nel 2015 hanno continuato a flettere dell'8%, ha brillato Mediaset che i suoi 3,4 miliardi (+1,8%) l'unico gruppo internazionale, realizzandone quasi un terzo in Spagna. Mentre è Discovery a realizzare il balzo maggiore, + 17,5%.
Per gli analisti di Mediobanca il periodo più difficile della crisi dovrebbe quindi essere passato. Perché se il settore è saturo, col digitale terrestre e l'apertura di nuovi canali, oramai a quota 250, è più competitivo. Non a caso nel 2015 c'è stato un leggero aumento della forza lavoro (+1%) sull'anno precedente, anche se il settore in 5 anni ha comunque perso 400 addetti (-1,8%). Dato che ovviamente non considera il piano di ristrutturazione appena varato da Sky. Ma la crisi morde ancora, e la produttività delle aziende segna ancora il passo, col costo del lavoro salito dal 70,5% al 78%. I margini operativi sono girati in ripresa, ma di un tiepido 0,9% del fatturato 2015. Guardando invece alle quote di mercato nella tv in chiaro, la maggiore è sempre Rai (48,3% nel 2015), seguita da Mediaset (35%), Discovery (3,7%), Cairo (2,6%) e Sky (0,9%).
In quella a pagamento, Sky mantiene stabilmente la quota più elevata (75,8%), seguita da Mediaset Premium (19,4%). Rai e Mediaset guidano poi di netto lo share: 37,2 e 32,2 nel giorno medio. Ma Discovery in cinque anni è passata da 2,4 a 6,3. Rai1 è il canale preferito generalista dagli italiani, seguito da Canale 5. E se la tv è guardata dal 96% degli italiani, sempre più guardano programmi tv su internet, con computer (usati dal 29% dei telespettatori), smartphone (16%), smart Tv (14%) e tablet (12%). Anche se per lo studio, la tv resta il mezzo principe che i cittadini scelgono per informarsi, visto che lo fa il 74%. Con Tg1 e Tg5 serali a contendersi la parte più grossa degli ascolti: 24,7% e 18,2%
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