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Foto - Tim, via libera UE a Vivendi ma con vendita Persidera in carico a 138 mlioni

Tim, via libera UE a Vivendi ma con vendita Persidera in carico a 138 mlioni

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Fonte: RadioCor / Ansa

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Economia

Tim, via libera UE a Vivendi ma con vendita Persidera in carico a 138 mlioniDue a uno. È finito in vantaggio per Vivendi il primo tempo della partita di fronte alla Ue per il controllo di Tim: un goal a favore dei francesi per il via libera condizionato solo alla vendita della 'piccola' Persidera, uno per la velocità della decisione, ma una rete il gruppo media controllato da Bolloré l'ha incassato per la scelta della Commissione di rispettare il campo dell'Agcom, rafforzando la decisione dell'Authority nazionale e lasciando quindi all'Italia il pallino del match su Mediaset. Nonostante in molti prevedessero un rinvio di mesi, la Commissione Ue ha rispettato la scadenza prevista per la sua decisione, dando a Vivendi un via libera ampio, vincolato alla realizzazione di quanto proposto dallo stesso gruppo francese, cioè la cessione della quota del 70% in Persidera, operatore dei multiplex televisivi digitali.

La cessione della società dei multiplex, controllata al 70% da Telecom Italia e al 30% dal gruppo L'Espresso, tuttavia, per evitare a Telecom delle minusvalenze, dovrebbe avvenire a una cifra non inferiore di 137,6 milioni di euro, valore di carico in bilancio dopo la svalutazione avvenuta due anni fa. Nell'ipotesi di vendita, L'Espresso è tutelato contrattualmente da un accordo di 'patto di trascinamento' per cui il socio di minoranza ha diritto a vendere allo stesso prezzo che spunterà Telecom Italia. Prima che, nel 2014, nascesse l'accordo per l'alleanza tra TiMedia e L'Espresso nelle frequenze televisive, Telecom Italia aveva provato, senza successo, a vendere i mux. Il mercato da allora è cambiato, ma la strada verso la vendita non sembra apparentemente diventata più facile. Sulla cessione pesa poi un'altra incognita. È da considerare, infatti, che le frequenze in capo a Persidera sono a banda 700 megahertz. E secondo quanto deciso dalla Ue lo switch delle frequenze della banda 700 Mhz dalla tv digitale terrestre al 5G deve avvenire entro il 2020. Il via libera della Ue al controllo de facto di Telecom, condizionato alla vendita delle quote in Persidera, ha fatto seguito alla presentazione dell'impegno da parte della media company francese a cedere i multiplex. Al momento il board di Telecom Italia non è ancora stato informato ufficialmente sul caso Persidera e si attende il consiglio di amministrazione del primo giugno quando è prevista un'informativa. Da Vivendi oggi non è arrivato nessun commento, a parte la «presa d'atto», come riportato da Radiocor, della decisione della Commissione. Persidera, joint venture tra Telecom e L'Espresso sulle frequenze, era nata il 30 giugno del 2014 dando vita così al principale operatore di rete indipendente in Italia, dotato di cinque multiplex digitali con un'infrastruttura a copertura nazionale, valorizzata, all'epoca, circa 500 milioni di euro.

Quando i francesi lanciarono l'idea, il cda dell'ex Telecom comunicò ufficialmente di non saperne nulla, ma ora tocca allo stesso board del gruppo Tlc, convocato da tempo per giovedì, cominciare a discutere la questione. L'altro 30% di Persidera, società che ha sempre registrato utili e distribuito dividendi, è detenuto da Gedi (ex gruppo L'Espresso) che come Tim non la ritiene strategica ma che da azionista di minoranza conta su forti patti parasociali, che potranno evitare un prezzo di vendita troppo basso. Tim valuta l'intera società a bilancio circa 200 milioni: non è una vendita impossibile, anche se nel passato è stata ricevuta la sola manifestazione di interessa da parte di Clessidra, respinta al mittente. Ora gli interlocutori possono essere di nuovo fondi ma anche operatori televisivi, magari già clienti, come Discovery.

In Borsa solo il titolo Mediaset (-2,5%) ha reagito con forza alla decisione Ue: gli operatori sempre vedono più probabile che Vivendi, per adempiere alle decisioni Agcom, scelga la strada del 'congelamentò sotto il 10% dei diritti di voto sul Biscione, abbassando l'appeal speculativo sul titolo. I francesi hanno tempo fino a metà giugno per comunicare cosa intendono fare e Mediaset è appesantita anche dagli strascichi dei conti di Premium, che hanno portato a nuove iniezioni di capitale, comunque attese e già contabilizzate nel bilancio del Biscione. Nelle scorse settimane l'assemblea della pay tv (che era stata scorporata come società a sé in vista della vendita poi saltata ai francesi) ha approvato una ricapitalizzazione per un totale da 283 milioni, con il voto favorevole di Rti (Mediaset) e l'astensione degli spagnoli di Telefonica, soci all'11%, che in precedenza avevano sempre seguito il voto del Biscione. Sono le conseguenze delle ingenti svalutazioni, specie sui diritti televisivi del calcio che rimangono per Premium un dubbio e un'opportunità. Il dubbio è se partecipare o meno all'asta per la Serie A che prevede un ingente sconto sul digitale terrestre, l'opportunità è di cercare in questo campo un'alleanza con Tim, un possibile primo passo per un accordo molto più ampio tra il mondo Berlusconi e quello Bolloré.

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