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Relazione Agcom 2017 | Sky leader nella pay-tv. Rai e Mediaset top in chiaro

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Digital-News (com.stampa)

E
Economia

Relazione Agcom 2017 | Sky leader nella pay-tv. Rai e Mediaset top in chiaroLA TELEVISIONE - In un contesto segnato dal trend di generale contrazione degli ultimi anni, il settore della televisione è quello che ha subito le minori perdite in valori percentuali e che mostra nel 2016 i più evidenti segni di ripresa. Per il 2017, si stima che il valore delle risorse complessive del settore televisivo torni ad attestarsi sopra gli 8 miliardi di euro. La composizione dei ricavi afferenti al mezzo televisivo rispecchia quella tipica del sistema dell’informazione italiano, con la raccolta pubblicitaria che rappresenta la principale fonte di finanziamento (oltre il 40% del totale, pari a circa 3,5 miliardi di euro, riconducibili per il 90% alla Tv in chiaro), seguita dalla vendita di offerte televisive (36% dei ricavi complessivi), che nel 2016 diminuisce la propria incidenza sul totale di quasi 2 punti percentuali, in favore dei fondi pubblici (ossia, il canone per il servizio pubblico televisivo, le convenzioni con soggetti pubblici e le provvidenze pubbliche erogate alle emittenti). Questi ultimi costituiscono un’ulteriore e rilevante fonte di introiti per il settore (pesando sul totale per il 23%).

 Relazione Agcom 2017 | Sky leader nella pay-tv. Rai e Mediaset top in chiaro

All’interno del settore televisivo, all’esito di una complessa analisi (delibera n. 41/17/CONS), l’Autorità ha confermato la separazione merceologica tra il mercato dei servizi di media audiovisivi in chiaro e quello dei servizi di media audiovisivi a pagamento, in virtù delle ancora marcate differenze tra le due categorie di prodotti, che rendono gli stessi non sostituibili sia dal lato della domanda che dell’offerta.

IL MERCATO DELLA TV IN CHIARO - Nel mercato della televisione in chiaro si rileva il permanere di un livello di concentrazione elevato: oltre l’80% dei ricavi totali della televisione in chiaro è stabilmente detenuto dai gruppi RAI e Fininvest/Mediaset, con il primo che raggiunge una quota (in crescita) pari a circa la metà del totale, e il secondo che possiede una quota (in riduzione) stimata attorno a un terzo.

IL MERCATO DELLA TV A PAGAMENTO - Il grado di concentrazione del mercato della Tv a pagamento è tipicamente molto elevato, anche in considerazione della relativa struttura che risente dell’entità dei costi sostenuti per la produzione e l’acquisizione dei contenuti premium. Il gruppo 21st Century Fox/Sky Italia, che propone offerte a pagamento fruibili attraverso la piattaforma satellitare e online, si conferma di gran lunga il primo operatore (77%), mentre il gruppo Fininvest/Mediaset, che offre contenuti a pagamento sulla piattaforma digitale terrestre e sul web, occupa la seconda posizione (21%).

GLI ASCOLTI - Sotto il profilo degli ascolti, considerando sia la Tv in chiaro sia la Tv a pagamento, l’andamento registrato dal 1990 al 2016 rivela da un lato una contrazione delle audience delle TV generaliste e una crescita degli altri operatori, con offerte prevalentemente tematiche o semi-generaliste, dall’altro come RAI e Mediaset raggiungano da sempre quote ampiamente superiori a qualsiasi altro operatore del settore.

LA RADIO - La radio rappresenta, dopo la televisione, il secondo mezzo in termini di accesso. Sul versante dell’offerta, il mercato radiofonico italiano è sempre stato caratterizzato da un’elevata frammentazione, con operatori aventi diversa copertura geografica, che spazia dagli ambiti iperlocali e locali fino a tutto il territorio nazionale. I recenti processi di concentrazione hanno determinato una modifica degli assetti del mercato a livello nazionale. L’operazione di consolidamento attuata dal gruppo Fininvest nel 2016 che ha acquisito attraverso R.T.I. - Reti Televisive Italiane, il controllo esclusivo del gruppo Finelco (ad eccezione di RMC), ha determinato un aumento del grado di concentrazione del settore, come indicato dall’incremento dell’indice di Herfindahl-Hirschmann (HHI), che passa da 989 a 1.083, pur rimanendo, comunque, al di sotto della soglia dei 2.500 punti. Sotto il profilo economico, nel 2016, le fonti di finanziamento della radio, pari complessivamente a 639 milioni di euro, mostrano un incremento del 3% rispetto al 2015. La RAI, concessionaria del servizio pubblico radiofonico, conferma la propria posizione di operatore principale anche nel 2016, con una quota pari a circa un quarto del settore. Segue il gruppo Fininvest, con una quota di mercato del 13%. Il maggior consenso degli ascoltatori è a favore delle emittenti a carattere commerciale.

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