Dopo il successo del laboratorio Sardegna - la più grande area all digital d'Europa, con oltre 1 milione e 600 mila persone in grado di guardare un'ottantina di canali rispetto ai 26 di una volta - il 2009 si annuncia come l'anno della svolta per il digitale terrestre.
La provincia di Trento, il Piemonte occidentale, il Lazio e la Campania saranno le prossime tappe di un'evoluzione che vedrà digitalizzato nel 2010 il 70% della popolazione italiana, in vista del definitivo switch off fissato a livello europeo nel 2012.
A fare il punto della situazione sarà la IV conferenza nazionale sulla tv digitale terrestre, organizzata da Dgtvi (l'associazione che riunisce Rai, Mediaset, TI Media, Dfree e le emittenti locali di Frt e Aeranti Corallo) per il 20 e 21 gennaio a Roma.
Una spinta importante alla diffusione della nuova tecnologia arriverà ancora dalla politica di incentivazione statale all'acquisto dei decoder: in attesa della definizione dell'ammontare delle risorse da parte del Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica), il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani ha annunciato che l'80% dei fondi sarà destinato al sostegno per le fasce deboli, il 20% alle attività accessorie (come comunicazione e call center). Ma altro passaggio importante sarà l'obbligo, fissato per legge da aprile 2009, di vendere esclusivamente televisori con il sintonizzatore digitale integrato, che funzionano dunque senza decoder.
LA MARCIA DEL DIGITALE - Nella notte tra il 15 e 16 febbraio 2009 in 104 comuni della provincia di Trento e in 12 comuni delle province limitrofe (Bolzano, Verona, Vicenza) Raidue e Retequattro inizieranno a trasmettere solo in digitale. Le tappe successive saranno il Piemonte occidentale (dal 21 aprile nelle province di Torino e Cuneo), il Lazio (dal 16 giugno) e la Campania (dal 15 settembre). Per Trento sono già partite la campagna di affissioni e spot radio e tv e l'erogazione dei contributi da 50 euro per gli abbonati Rai di età pari o superiori a 75 anni; per il Piemonte il battage inizierà nell'ultima settimana di gennaio e dal 2 febbraio sarà attivata l'erogazione del contributo ministeriale di 50 euro agli abbonati Rai di età pari o superiore a 65 anni con un reddito inferiore ai 10 mila euro annui. Nel frattempo l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha avviato i tavoli di lavoro per i piani di assegnazione delle frequenze digitali.
LA DIFFUSIONE DELLA NUOVA TV - Secondo le ultime stime elaborate da Makno e riportate dal numero di dicembre di Digita, la newsletter di Dgtvi, a fine ottobre si contavano 7 milioni 78 mila famiglie in possesso di almeno un decoder per il digitale terrestre nell'abitazione principale (166 mila in più rispetto a settembre) e oltre 8 milioni di ricevitori: 719 mila quelli venduti a ottobre contro i 447 mila di settembre (rilevazioni GFK), il 60% integrati. Nel complesso, da febbraio 2004 i decoder venduti sono oltre 10,7 milioni; 3,5 milioni dall'inizio dell'anno.
Parallelamente si è moltiplicata l'offerta: al momento dello switch off (lo scorso 31 ottobre) la Sardegna è passata da 26 canali della vecchia tv analogica (10 nazionali e 16 locali) a 59 (29 nazionali e 30 locali), che intanto sono diventati un'ottantina. I 'vecchi' broadcaster si sono rimboccati le maniche: la Rai, per esempio - come ha ricordato qualche giorno fa il presidente Claudio Petruccioli in Vigilanza - produce 13 canali fra digitale satellitare e digitale free: l'ultimo nato é Rai 4, che ha avuto ottimi riscontri di ascolto, ed è in fase di messa a punto Rai 5, che valorizzerà il patrimonio degli archivi.
GLI ASCOLTI - A novembre il digitale terrestre ha superato la soglia del 7%; il tempo di utilizzo è del 7.6%, una quota - sottolinea Digita - raggiunta in un triennio e che invece la tv satellitare è riuscita a toccare dopo oltre dieci anni. Rispetto a ottobre, le elaborazioni dello studio Frasi sui dati Auditel indicano una crescita del 18%; in un anno gli ascolti del digitale terrestre sono aumentati del 153%.