Visti in Tv (Mattino) - Sfida glamour nella giornata dei doppi sensi
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Mattino
TORRONE. Peccato che a prevalere nella domenica di «Quelli che il calcio» siano soprattutto i doppi sensi, sia in studio sia nel collegamento con Torino, dove Clemente Mastella è circondato dalle gemelle De Vivo. «Simona, per il cenone suggerisco pesce e torrone» dice Max Giusti che imita Alessandro Di Pietro di «Occhio alla spesa». «E per primo?» chiede l?«ingenua» Ventura. «Facile, cannelloni». Con tanto di inequivocabile gesto. Il cremonese Cabrini poi esalta il torrone della sua città e una delle gemelle gli chiede con malcelata malizia di poterlo assaggiare, come è già accaduto con quello di Benevento, sponsorizzato da Mastella. Da censura, o quasi, la risposta di Cabrini. La Ventura si copre la faccia. Ma si sa, chi va per certi mari...
CALIMERO. «Ma perché quando finiscono le partite mi mettete sempre in mezzo? È imbarazzante. Perché mi chiedete sempre cosa ho fatto e non cosa ti hanno fatto?». Walter Zenga ancora protagonista. Le immagini lo immortalano a fine partita mentre corre verso il centro del campo. «Ma con chi ce l?avevi?», chiede Varriale. Piccata la risposta: «Scusa Varriale, ma perché non mi chiedi della partita?». Prova a dirimere la questione l?inviata Rai Francesca Sanipoli. «Allora ve lo dico io: Mexes avrebbe dato un colpo a Paolucci e Zenga l?ha fatto notare al quarto uomo. Peccato perché siamo sotto Natale e il cosiddetto quarto tempo poteva essere diverso». Già, chissà intanto che fine aveva fatto il terzo.
MERCATO. Mihajlovic lancia un appello per portare nuovi giocatori a Bologna. «Chi vuole venire da noi? Si mangia benissimo, c?è un bollito fantastico e anche i tortelli». In collegamento Amauri ride e dice che ne può parlare con la Juve. «A te possiamo anche offrire di più», chiosa il tecnico.
SCARPA. Gene Gnocchi emulo del giornalista egiziano che ha tirato la scarpa contro Bush. A Sky calcio show il suo obiettivo è un Massimo Mauro lento nei riflessi: «Quando giocavo mi chiamavano moviola», spiega il commentatore.
Antonio Sacco
per "Il Mattino"
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