Se le previsioni di spesa annunciate da ciascun editore a ItaliaOggi verranno confermate, i 4 milioni serviranno a coprire circa il 60% degli investimenti ancora necessari per l'adeguamento degli impianti di trasmissione, che in totale dovrebbero aggirarsi sui 6,7 milioni di euro (si veda la tabella in fondo pagina). Non è chiara ancora la suddivisione dell'intervento che verrà fatta fra le emittenti locali. Il criterio più probabile è quello di considerare il bacino di utenza o, in parallelo, il numero di impianti di ciascuna emittente. Questo perché non è possibile fare riferimento all'Auditel a cui aderiscono pochi editori.
Pubblicità al posto dei contributi. Ma perché usare lo strumento di una campagna di comunicazione anziché affidarsi ai contributi statali come si era fatto due anni fa, in occasione della prima data prevista per lo switch off poi saltata? Il motivo sarebbe l'esaurimento dei contributi in conto capitale che erano destinati a questo scopo. Già nel tempo lo stanziamento si era rivelato insufficiente alle esigenze delle emittenti ed era arrivato a coprire, dall'80% delle spese inizialmente previste, appena il 40%. La campagna di comunicazione (che ha avuto un piccolo esperimento non molto riuscito in passato), inoltre, permette di raggiungere lo scopo di informare adeguatamente i cittadini.
Il decreto alla firma riguarderà la sola Sardegna, ma sarebbero allo studio misure simili anche per la seconda area ali digitai, la Valle d'Aosta, e prossimamente il Piemonte. In ogni caso per l'isola il passaggio sembra ormai definitivo e la data del 30 ottobre non più rinviabile.
Investimenti da fare. È quindi quasi 7 milioni di euro l'investimento che le emittenti sarde dovranno affrontare. Finora gli editori si sono guardati bene dallo sborsare questa cifra, proprio in attesa di verificare che realmente il governo sia deciso a non prorogare il termine per lo switch-off, ma soprattutto in attesa di capire se ci sarebbero stati contributi statali.
Anche ammettendo che alla fine ci sia un ridimensionamento, si tratta comunque di una cifra ingente per le 16 emittenti locali sarde, che comunque una franche di investimenti l'avevano già fatta due anni fa. In pratica, allora, quasi tutte le tv avevano attrezzato almeno parte degli impianti in digitale e avevano cominciato a trasmettere nel nuovo sistema: chi aveva frequenze ridondanti (due o più frequenze per la stessa area) trasmetteva in Dtt tutto il giorno, gli altri le ore notturne previste dalla sperimentazione.
Ma allora perché oggi serve un tale investimento? Per portare in digitale gli impianti che ancora sono in analogico, ma soprattutto per adattare anche quelli che sono già in Dtt. Nel frattempo, infatti, si è scelta la tecnologia in isofrequenza: nell'ambito della regione, ciascun operatore dovrà trasmettere sulla stessa frequenza e questo comporterà un adeguamento tecnico.
Andrea Secchi
per "Italia Oggi"

Investimenti per il passaggio al digitale terrestre.
Stime comunicate dagli editori a Italia Oggi
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Investimenti per il passaggio al digitale terrestre.
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