La grande novità di Cielo, presentato ieri a Roma, occupa meritatamente il posto in primo piano. Per il VENERDÌTORIALE, eccezionalmente declassato, vogliamo però occuparci brevemente di quanto andato in onda ieri sera su Raiuno nella consueta puntata di Porta a Porta, dedicata al tema dello switch-off. Ecco cosa è successo.
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L’inizio è subito sulla rivoluzione in casa Rai, dovuta all’ampliamento dei canali digitali: il servizio però la prende larghissima a partire dalla diffusione dei primi televisori in bianco e nero, passando per l’arrivo del secondo canale, del colore e ora del digitale. Al termine la prima (e forse l’unica) “notiziaâ€: il dg Masi annuncia che già nella giornata di mercoledì, all’interno dello stesso Cda che ha deciso di affidare la direzione di Raitre ad Antonio Di Bella, lui stesso avrebbe iniziato ad illustrare il nuovo piano per l’asset digitale di casa Rai, partendo dalla nascita di Rai 5. I contenuti di questo nuovo canale, che secondo indiscrezioni accreditate andrà a sostituire uno o più canali Raisat già esistenti, saranno «i filmati, le fiction e i classic Rai, il recupero delle nostre Teche», con già due esempi portati da Masi, quali “Il mulino del Po†e “Belfagorâ€. In pratica sarebbe una sorta del vecchio Rai Sat Album che moltissimi rimpiangono dai tempi di Tele+.
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Ma il meglio della confusione deve ancora arrivare: si parla di TivùSat, e a sollevare la questione è nientemeno che Pippo Baudo, il quale vorrebbe qualche spiegazione da Romani: il viceministro, sebbene non sia parte in causa, si prodiga per esaltare le opportunità offerte dalla nuova piattaforma e viene richiamato bonariamente da Gentiloni che lo invita a lasciar parlare Masi, poiché è la Rai ad essere uno degli azionisti di Tivù srl. La confusione, dicevamo, arriva quando si mette in mezzo anche Sky e il doppio/triplo decoder fa andare nel pallone anche Bruno Vespa. Ecco il video con questo “simpatico†intermezzo:
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Nella parte finale la parola torna ai Vip di cui viene mostrata buona parte del loro percorso artistico televisivo e si fa, ovviamente, pubblicità per gli imminenti programmi da loro condotti, come ad esempio Ballando con le stelle dal 9 gennaio con Milly Carlucci e il Festival di Sanremo dal 16 febbraio con Antonella Clerici.
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Alla fine però l’intera puntata verrà ricordata con la definizione fornita da Paolo Gentiloni, “Rai Prideâ€, più che per i suoi contenuti. Il limite di questi programmi sta proprio qui: una trasmissione meramente di servizio pubblico – come ad esempio quella di Radio anch’io della settimana scorsa – in televisione avrebbe vita poco facile, così si ricorre anche alla presenza di volti noti per attirare il pubblico a seguire (con risultato pienamente raggiunto, come testimonia l’Auditel che parla di 24,24% di share e 1.541.000 telespettatori). Quello che si chiederebbe però è di fare informazione pura, semplice, obiettiva (per quanto possibile) e soprattutto non confusionaria, per evitare allo spettatore di avere ancora dubbi circa il passaggio al digitale che nel giro di un paio d’anni interesserà tutto il paese.
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E poi che sia un “Rai Pride†ci sta anche, anzi potrebbe pure essere giusto così. Ma a questo punto ci si chiede: quando avremo un Matrix su Canale 5 con un bel “Mediaset Pride� La par condicio tra poco coinvolgerà anche queste tematiche? Switchiamo e lo sapremo.
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Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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Rivedi la puntata di Porta a Porta
su RAI.TV
(richiede Microsoft Silverlight)
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