L'eccezionale prima visione tv in chiaro di "A Serious Man", opera più intima ed autobiografica dei fratelli Coen - proposta da Iris nel privilegiato spazio del prime-time di mercoledì 7 novembre, all'interno della rassegna "Iris in Black" - è uno dei primi appuntamenti di culto in vista del 4° compleanno della Rete diretta da Giuseppe Feyles (il prossimo 30 Novembre)
Le massime «Accogli serenamente tutto ciò che ti accade», nei titoli di testa, e «Nessun ebreo è stato maltrattato durante la realizzazione di questo film», al termine del lungometraggio, racchiudono il senso filosofico di "A Serious Man" e rivelano il consueto stile Coen delle loro opere: humor nerissimo e ironia dissacrante.
Presentata al Festival di Roma nel 2009, la tragicommedia surreale dei due fratelli di St. Louis Park - perfezionisti e spietati nel raccontare il cammino verso la rettitudine di LarryGopnik, professore di Fisica bersagliato dalle sventure - s'interroga sull'esistenza, sul caos e l'imponderabilità della vita.
A rappresentare la piccola comunità ebraica del Mid West America, Anni ‘60, dove anche il rabbino più anziano e autorevole non dà risposte ai dilemmi di Gopnik, ma intona "Somebody to Love" dei Jefferson Airplane, una miriade di piccoli personaggi così intensi e bizzarri da essere indimenticabili.Dopo la prima visione tv in chiaro di “A Serious Man” - proposta nel privilegiato spazio del prime-time e uno dei primi appuntamenti di culto in vista del 4° compleanno di Iris - è la volta di uno speciale “Note di Cinema”, che ripropone l’intervista realizzata da Anna Praderio a Joel ed Ethan Coen, in occasione della presentazione alla stampa del film.
Secondo Ethan, Gopnik, il protagonista di 'A Serious Man' è ispirato ai ricordi d’infanzia e adolescenza degli stessi fratelli Coen: <<Volevamo raccontare una storia sulla vita in una comunità ebraica americana, nel Mid West del 1967. Da ragazzini siamo cresciuti in una comunità proprio come questa: molto differente da una comunità ebraica di una metropoli come New York>>.
<<Ricostruire l'ambientazione di quel periodo - prosegue Joel - è stata una sfida, ma è stato anche molto divertente, perché abbiamo utilizzato molti ricordi dell’infanzia. Il direttore della fotografia, Roger Deakins, insieme agli scenografi, ha ricreato quel mondo facendo ricerche iconografiche e ascoltando i nostri racconti>>.
<<Il protagonista di ‘A Serious Man’ è un uomo semplice>>, racconta Ethan. <<E’ un professore di Fisica di mezza età, che insegna all'università: improvvisamente si trova costretto ad affrontare una serie di problemi di salute, sul lavoro, in famiglia e tra i membri della sua comunità ebraica… Un'incredibile sciarada di disavventure. Larry è costantemente perseguitato dalla sfortuna. Gli capitano disgrazie di ogni tipo, tanto che decide di chiedere aiuto. In questo periodo, a metà degli anni Sessanta, nel Mid West, non c'era molta fiducia negli psicologi all'interno delle comunità ebraica… Per questo Larry si reca da tre rabbini per chiedere consiglio su come rimettere insieme la propria vita. La cosa particolare è che tutti e tre hanno una visione molto differente della vita e spesso sono anche in contrasto tra di loro>>.
<<Una delle differenze tra una comunità ebraica di New York e una del Mid West - aggiunge Joel - è che a New York un personaggio come Larry si sarebbe sicuramente rivolto ad uno 'strizzacervelli'… Ma, in una cittadina del Mid West, non era assolutamente ammissibile andare in analisi!>>
<<C'è un sottile divertimento - puntualizza Joel - nel vedere quante disgrazie possano accadere ad una persona come Larry e, anche se è sbagliato, ne ridiamo. E’ un modo per esorcizzare le difficoltà e le paure…>>.
<<Ovviamente l'obiettivo del film non è deridere chi è sfortunato, ma l'umorismo ebraico si basa proprio su questo: sulla capacità di ironizzare delle difficoltà… E’ una reazione tipica del mondo ebraico, che ha affrontato le tragedie della Storia e si difende ironizzando sulla sfortuna e sulle disgrazie>>, conclude Ethan.
Secondo Joel Coen, infine, <<Michael Stuhlbarg (Larry Gopnik) è stato un interprete davvero eccezionale: ha saputo rendere perfettamente sia la parte comica del personaggio, che quella drammatica. Michael non è un attore da commedia classica: riesce a far ridere senza fare ricorso alle tecniche classiche della comicità… Nel film, infatti, affronta terribili avversità con assoluta naturalezza…>>.