Paura di volare: un timore ancestrale che -prima o poi- sfiora ogni persona che si appresti a salire su un velivolo. Anche le cronache recenti riportano casi di atterraggi fuoripista, scomparsa di piccoli bimotori e avarie di grandi airbus.
Al contempo, l'aeroporto è da sempre crocevia d'incontri, addii, fughe e, in sostanza, uno dei set più amati dal cinema quale ‘non luogo' per eccellenza nello sviluppo di plot filmici.
Iris - sulla scia dell'attualità più stringente, domenica 10 e 17, in prima e seconda serata - propone l'intera saga dei film che hanno dato origine al genere ‘catastrophic drama', ovvero i quattro film della serie di "Airport".
L’apertura spetta al film del 1970 di George Seaton (Oscar per “Il miracolo della 34ª strada” e “La ragazza di campagna”) che, ispirato al bestseller di Arthur Hailey, mescola thriller, giallo e sentimento a bordo di un volo Chicago-Roma.
Il cast stellare è capitanato da Burt Lancaster, Jean Seberg e Dean Martin. Helen Hayes, nei panni di una vecchietta imbrogliona, vince l’unico Oscar, tra i nove ai quali la pellicola fu nominata, come Miglior attrice non protagonista.
All’uscita nelle sale, grande fu il successo di critica e di pubblico: “Airport” conquistò il podio della classifica dei maggiori incassi di sempre tra le produzioni Universal Pictures ($ 100.500.000), spodestando nientemeno che il kolossal storico di Stanley Kubrick, “Spartacus”.
A seguire è la volta di “Airport 75” (1974) di Jack Smith con Charlton Heston, Karen Black e George Kennedy (unico attore presente in tutte le produzioni). Qui, un jumbo jet in volo da Washington a Los Angeles si scontra con un piccolo aereo privato.
Domenica 17, la miniretrospettiva chiude con "Airport 77" (dove un incidente provocato dal dirottamento di un jet privato, vede l'aereo inabissarsi nel Triangolo delle Bermuda) e "Airport 80" (un Concorde in volo da Washington a Mosca rischia di essere abbattuto da un missile).