Si punta a chiudere la partita La7 nel fine settimana e Cairo e advisor lavorano senza pause per arrivare alla firma del contratto preliminare.
Intanto Telecom, impegnata anche nella realizzazione del nuovo piano industriale, vede riaprirsi il nodo occupazione. Da mettere a punto, secondo quanto si apprende, alcune tecnicalità intorno a pubblicità, multiplex e costo del lavoro. Secondo indiscrezioni il budget che Telecom si impegnerebbe ad assicurare alla tv sarebbe di circa 10-12 milioni di euro.
Altra questione è quella dell'affitto dei multiplex per il digitale terrestre su cui trasmette La7, su cui Urbano Cairo avrebbe chiesto un forte sconto. Infine, il tema occupazione: attualmente, giornalisti compresi, per La7 lavorano 477 persone e Cairo vorrebbe che Telecom si facesse carico di una parte. I sindacati non hanno visibilità sulla trattativa e non hanno ancora visto un piano industriale ma temono che la necessaria riduzione dei costi che servirà per raggiungere il pareggio di bilancio passi soprattutto da qui. Il timore, riferiscono i sindacalisti che hanno partecipato alla riunione con i vertici di Ti Media e a cui era presente anche Telecom, è che il nuovo modello punti sul precariato e sono pronti a mobilitarsi.
Dal punto di vista finanziario, invece, lo schema a cui stanno lavorando il direttore finanziario di Telecom, Piergiorgio Peluso, da un lato e gli advisor Lazard, lo studio Erede al fianco di Cairo sarebbe quello di un aumento di capitale per La7 da 95 milioni, al posto della 'dote'. Ti Media da parte sua rinuncerebbe ai crediti che vanta nei confronti della rete (63 milioni di euro). Secondo indiscrezioni di stampa a ruota anche la capogruppo rinuncerebbe ai 260 milioni (pari al debito complessivo) che le deve Ti Media.
Firmato il contratto preliminare prima della finalizzazione dell'operazione, per un milione di euro, bisognerà aspettare il via libera dell'Antitrust e dell'Agcom, passaggi ritenuti formali e che non dovrebbero costituire un ostacolo. La cessione di Ti Media non è il solo fronte caldo, è tornato per Telecom il momento di tornare a sedersi al tavolo con i sindacati. Il responsabile delle risorse umane, Antonio Migliardi, ha incontrato ieri i sindacati e ha illustrato il piano di riorganizzazione.
Per il biennio 2013-2014 sono state stimate dall'azienda eccedenze per circa 2.750 persone. Non disponendo più di basi esodabili a causa della riforma Fornero, ha spiegato il manager ai sindacati, solo una maggiore attenzione ai costi e alla produttività potrà consentire la salvaguardia dei livelli occupazionali in Telecom. Questo potrà avvenire attraverso l'internalizzazione di attività e recuperi di efficienze nelle diverse strutture dell'azienda.
In particolare, il primo intervento che Telecom intende fare è la societarizzazione dei servizi di call center, una riorganizzazione che permetterebbe a Telecom di internalizzare un'attività che in molti casi è affidata in outsourcing. Il piano di Telecom prevede nel triennio, va ricordato, un contenimento dei costi per il 'domestic' di circa 1,3 miliardi di euro