Una settimana dopo lo stop al piano messo a punto da Carlo Verdelli e le dimissioni del direttore per l'offerta editoriale, il cda Rai ritrova la coesione sul percorso individuato dal dg Antonio Campo Dall'Orto per la riforma dell'informazione della tv pubblica. Saltano i punti piu' critici, come il trasferimento del Tg2 a Milano, la creazione di macroregioni, il TgSud a Napoli, restano la centralita' del digitale e l'esigenza di accorpamenti e sinergie. Le misure concrete sono pero' ancora da definire ed e' sui dettagli che si decidera' la sorte di un progetto divenuto vitale per il prosieguo della gestione dell'attuale amministrazione. Lo dimostrano le pressioni, ormai costanti, che arrivano dalla Commissione di Vigilanza, ma anche dal governo.
«Non esiste un piano Verdelli, esiste un piano di Campo Dall'Orto - avverte il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli -. Spero che si vada rapidamente alla riforma dell'informazione Rai, di cui tutti sentiamo la necessita'».
«La Rai - attacca il presidente della Vigilanza, Roberto Fico - e' un grandissimo carrozzone che si muove come un pachiderma infestato dalla politica. Non si riescono mai a toccare i nodi nevralgici. Mi trovo d'accordo con chi dice che e' irriformabile».
Ma le critiche al vertice non hanno un solo colore e anche diversi esponenti della maggioranza non nascondono il loro disappunto. Il dg illustrera' il progetto la prossima settimana alla Commissione di Vigilanza, poi avviera' il confronto con i direttori e con il sindacato, che aveva lamentato l'assenza di un coinvolgimento. Il pilastro del nuovo piano e' l'azione in ambito digitale, attraverso il lancio di una piattaforma web e social. Focus anche sull'evoluzione dei canali generalisti e sulla loro differenziazione editoriale; sull'aumento degli spazi di approfondimento; sulla mission di ogni testata e sulla costruzione di un luogo di aggregazione dell'informazione dalle regioni e dal mondo. Prevista l'implementazione di nuove modalita' operative e la creazione di nuove figure professionali. In questo contesto nascera' un canale di informazione e cultura per la proiezione del nostro paese nel mondo. Il tutto senza prevedere esuberi, ma un processo di formazione multimediale.
«Il piano dell'informazione che stiamo discutendo non e' pensato per i tagli di oggi ma per gli investimenti di domani», spiega il consigliere Paolo Messa che avverte: «Il successo di questo progetto passa dal consenso che e' capace di generare».
Da questo profilo la strada appare, pero', gia' in salita.
«Non bastera' una mano di vernice a un piano da loro stessi bocciato per farci cambiare idea - fanno sapere Fnsi e Usigrai -. Il nostro giudizio sul fallimento di questo vertice resta invariato».