
Tim, offerta contenuti strategica. Avanti con joint venture Canal+
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
Il progetto di joint venture tra Tim e Canal+ per produrre video è da rifare ma resta «uno degli elementi principali del piano strategico 2018-2020» del gruppo telefonico. Vivendi dopo aver incassato le critiche dei sindaci, dei consiglieri indipendenti e non ultima della Consob, fa buon viso a cattivo gioco e approfittando della scadenza del term sheet riavvia il negoziato con Mediaset per ora alla finestra. Il cda di Tim non ha perso tempo, una rapida riunione telefonica tra Roma, Parigi e Milano è bastata per prendere atto che la bozza dell'accordo era ormai priva di effetti non essendo giunti alla stipula dei contratti definitivi entro il 18 gennaio.
«Conseguentemente risultano anche superate le deliberazioni di approvazione già assunte in data 20 ottobre e 5 dicembre 2017» ma, fa sapere il gruppo «il negoziato sarà peraltro immediatamente riavviato, con l'obiettivo di una rapida conclusione».
Lo scopo della joint venture, lo ricorda ancora una volta Tim, è quello di produrre l'offerta video per i clienti dell'operatore telefonico italiano mediante l'acquisizione e la produzione di contenuti televisivi, oltre che di occuparsi di gestirne il relativo servizio. Come aveva indicato la Consob e come aveva puntualizzato lo stesso Collegio Sindacale della società, il progetto
«si qualifica come operazione con parte correlata, in quanto controparte di TIM è Canal+ International, controllata indiretta di Vivendi, principale azionista e controllante di fatto di TIM nonché esercente attività di direzione e coordinamento» ammette alla fine la società e per questo «sarà applicata la procedura per l'effettuazione di operazioni con parti correlate di maggiore rilevanza».
Questo significa che nel corso delle trattative verrà coinvolto un apposito Comitato composto da tutti i componenti indipendenti del board, presieduto dal presidente del Comitato per il controllo e i rischi, Lucia Calvosa, che dovrà esprimere un parere vincolante su interesse, convenienza e congruità delle condizioni dell'iniziativa. La strada si preannuncia in salita, i consiglieri indipendenti Calvosa e Francesca Cornelli lo hanno già messo nero su bianco nella loro 'dissenting opinion', l'operazione così com'è strutturata non è nell'interesse della società ma è nella sostanza un 'sussidio' garantito da Tim che rischia di drenare gli investimenti in origine destinati allo sviluppo della rete. Il nuovo accordo prevederebbe la partecipazione di Mediaset con poco meno del 20% (il 60% sempre a Tim e il restante 20% di Vivendi) e comporterebbe, a cascata, la chiusura del contenzioso con Vivendi ma tutti i tasselli dovrebbero andare a posto prima del 27 febbraio, nuova data dell'udienza in Tribunale a Milano.