Dopo tanti tentativi di accordo - veri e presunti - Mediaset, Fininvest e Vivendi sono pronte a vedersi martedì in Tribunale per le cause intentate dopo il mancato acquisto di Premium da parte dei francesi. La prima tappa sarà la domanda del Biscione di unificare le diverse richieste di esecuzione contrattuale, danni e risarcimenti, che in totale superano di gran lunga i tre miliardi, e la volontà del giudice Vincenzo Perozziello di avere memorie da entrambi i contendenti. Tempi lunghi, comunque, con una soluzione extragiudiziale che nel caso potrà trovarsi dopo il voto.
Berlusconi potrebbe infatti quantificare il suo nuovo peso politico con Bolloré da tempo più pronto a un'intesa. O comunque a lasciare aperte le porte del confronto. Lo testimonia anche quanto ribadito da un portavoce del gruppo francese: diversamente da ricostruzioni di stampa, Vivendi non ha mai comunicato a Tim che il progetto per la costituzione della joint venture nel settore media con Canal+ sia chiuso o superato. Anzi, non sarebbe escluso che la questione possa tornare sul tavolo della riunione del Cda del gruppo Tlc del 6 marzo prossimo già convocato per il nuovo piano industriale. È un piano fortemente basato sulla 'convergenzà tra tlc e contenuti, ma difficilmente l'amministratore delegato Amos Genish vorrà sovrapporre i due dossier. E tra gli analisti che seguono il settore prevale l'opinione che la joint venture sia perlomeno congelata.
Era questa la piattaforma sulla quale trovare un accordo con Mediaset, acquistando dal Biscione diritti per 460 milioni e facendolo poi salire nell'azionariato della nuova società con un 20% circa, opzioni di rivendita alla stessa Vivendi e un rappresentante nel Cda. L'intesa tra novembre e dicembre era a un passo, ma le difficoltà interne di Tim nel costituire la joint venture hanno molto raffreddato i manager e gli azionisti del Biscione. Ecco perché Vivendi dice di voler sostenere ancora il progetto, finora la chiave della trattativa, ma nei prossimi giorni l'iniziativa sarà soprattutto nelle mani degli avvocati. Con una data di riferimento per poter trovare un'intesa, al momento comunque lontana: è il 18 aprile, cioè il giorno entro il quale Vivendi dovrà ottemperare alla delibera dell'Agcom che le impone di scegliere tra il controllo di fatto di Tim e la presenza in Mediaset con il quasi 30% dei diritti di voto.