La rivoluzione di Telecom Italia Media targata Giovanni Stella passa dal digitale terrestre. Ma in senso contrario. Il nuovo amministratore delegato del gruppo televisivo (La7 e Mtv) che fa riferimento a Telecom Italia ha deciso di dire addio al business del futuro.
Dopo avere ceduto agli svedesi di Air Plus Tv le attività relative alla pay per view (i canali a pagamento sui quali sta puntando decisamente Mediaset), ora, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza da qualificate fonti di mercato, il gruppo si starebbe muovendo per cedere l'infrastruttura digitale, ovvero i due multiplex che possiede e sui quali vengono trasmessi i canali per la piattaforma di nuova generazione.
In particolare, secondo indiscrezioni, l'asset in dismissione farebbe gola a un fondo di private equity americano di medie dimensioni che non è presente sul mercato italiano e che con questa operazione metterebbe il piede in un paese interessante per gli operatori esteri, come dimostra l'operazione di Air Plus Tv. Tra le parti sarebbe partito il primo confronto per studiare la fattibilità del deal che ha un valore oscillante tra 200 e 300 milioni di euro; uno dei due multiplex oggetto della trattativa è quello che nel 2005 TiMedia comprò da Elefante Tv per 115,5 milioni.
Al momento tra il gruppo guidato da Stella e il fondo Usa si starebbero negoziando i contenuti della lettera d'intenti per la cessione che potrebbe avvenire nei prossimi mesi. La strategia del compratore sarebbe poi mantenere esclusivamente la proprietà dei multiplex e di affittare lo spazio disponibile (4-5 canali a infrastruttura) ai broadcaster che intendono trasmettere canali sulla piattaforma digitale. Del resto questo tipo di asset non può che interessare a operatori industriali, i produttori di contenuti o, in alternativa a un player finanziario. In questo scenario, quindi, si inserisce la trattativa del fondo d'investimento americano.
L'alternativa potrebbe essere un altro fondo del calibro di Babcock&Brown o degli australiani di Macquarie. Alla partita non sono interessati né F2i, il fondo infrastrutturale italiano guidato da Vito Gamberale, né tantomeni Dmt, leader italiano nelle infrastrutture del settore (le torri di trasmissione).
Se la cessione andrà in porto, TiMedia dirà addio ufficialmente al digitale e potrà concentrarsi esclusivamente sulla tv analogica (lo switch-off al nuovo sistema di trasmissione è previsto per il 2012) e puntare in particolare al risanamento del conto economico. Tra l'altro, come ha spiegato Franco Bernabè da Londra nelle scorse settimane durante la presentazione del piano industriale di Telecom, la controllata televisiva non sarà venduta iin blocco ma si punterà a cessione singole, mirate, per poter incassare di più. L'operazione sui due multiplex andrebbe proprio in questa direzione. Ieri, a Piazza Affari, il titolo Telecom Italia Media ha chiuso a 0,089 euro, in rialzo dell'1%.
Dopo avere ceduto agli svedesi di Air Plus Tv le attività relative alla pay per view (i canali a pagamento sui quali sta puntando decisamente Mediaset), ora, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza da qualificate fonti di mercato, il gruppo si starebbe muovendo per cedere l'infrastruttura digitale, ovvero i due multiplex che possiede e sui quali vengono trasmessi i canali per la piattaforma di nuova generazione.
In particolare, secondo indiscrezioni, l'asset in dismissione farebbe gola a un fondo di private equity americano di medie dimensioni che non è presente sul mercato italiano e che con questa operazione metterebbe il piede in un paese interessante per gli operatori esteri, come dimostra l'operazione di Air Plus Tv. Tra le parti sarebbe partito il primo confronto per studiare la fattibilità del deal che ha un valore oscillante tra 200 e 300 milioni di euro; uno dei due multiplex oggetto della trattativa è quello che nel 2005 TiMedia comprò da Elefante Tv per 115,5 milioni.
Al momento tra il gruppo guidato da Stella e il fondo Usa si starebbero negoziando i contenuti della lettera d'intenti per la cessione che potrebbe avvenire nei prossimi mesi. La strategia del compratore sarebbe poi mantenere esclusivamente la proprietà dei multiplex e di affittare lo spazio disponibile (4-5 canali a infrastruttura) ai broadcaster che intendono trasmettere canali sulla piattaforma digitale. Del resto questo tipo di asset non può che interessare a operatori industriali, i produttori di contenuti o, in alternativa a un player finanziario. In questo scenario, quindi, si inserisce la trattativa del fondo d'investimento americano.
L'alternativa potrebbe essere un altro fondo del calibro di Babcock&Brown o degli australiani di Macquarie. Alla partita non sono interessati né F2i, il fondo infrastrutturale italiano guidato da Vito Gamberale, né tantomeni Dmt, leader italiano nelle infrastrutture del settore (le torri di trasmissione).
Se la cessione andrà in porto, TiMedia dirà addio ufficialmente al digitale e potrà concentrarsi esclusivamente sulla tv analogica (lo switch-off al nuovo sistema di trasmissione è previsto per il 2012) e puntare in particolare al risanamento del conto economico. Tra l'altro, come ha spiegato Franco Bernabè da Londra nelle scorse settimane durante la presentazione del piano industriale di Telecom, la controllata televisiva non sarà venduta iin blocco ma si punterà a cessione singole, mirate, per poter incassare di più. L'operazione sui due multiplex andrebbe proprio in questa direzione. Ieri, a Piazza Affari, il titolo Telecom Italia Media ha chiuso a 0,089 euro, in rialzo dell'1%.
Andrea Montanari
per "MF"
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