Se non avete mai varcato i confini europei è impossibile che l'abbiate potuta vedere, perché International è la rete della Rai che viene trasmessa in tutto il mondo, tranne che in Italia ed in Europa.
Creata poco più di dieci anni fa dall'esperienza della Direzione Esteri della Rai, International è la rete dedicata alla comunità italiana nel mondo e opera con tre canali satellitari: uno per le Americhe, uno per Asia e Africa e uno per l'Oceania.
Rai International è anche radio (il segnale viene trasmesso attraverso il satellite HotBird e via Satelradio) ed è presente in Internet con il sito istituzionale www.international.rai.it e con www.italica.rai.it, portale dedicato alla promozione della lingua e della cultura italiana.
La struttura (circa 300 persone fra giornalisti, registi, autori, conduttori e tecnici) è finanziata da una convenzione di 35 milioni di Euro con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (altri 35 milioni vengono dalla Rai) per sviluppare la presenza del Servizio Pubblico nella distribuzione radiotelevisiva internazionale e per rispondere alle esigenze di informazione e servizi espresse dalle collettività italiane all'estero.
Dai primi mesi di quest'anno è diretta da Piero Badaloni, giornalista molto noto al grande pubblico per essere stato, fra gli anni '80 e '90, un mezzobusto del TG1 sia nell'edizione delle 13,30 che in quella serale delle 20. Ce lo ricordiamo, poi, come inviato in fatti di cronaca che hanno segnato la storia italiana contemporanea: il rapimento Moro, il terremoto in Irpinia, l'attentato a Giovanni Paolo II.
Dopo una parentesi politica come Presidente della Regione Lazio dal 1995 al 2000, Badaloni ha fatto ritorno in Rai come corrispondente del TG1 da Parigi, Bruxelles e Berlino.
Direttore, vogliamo spiegare che cos'è Rai International, per chi non ha mai avuto occasione di seguirla?
«Rai International è una Rete che trasmette 24 ore al giorno, tenendo conto dei fusi orari nei diversi continenti. Significa che un programma di "day-time" come "La prova del cuoco" andrà in onda alle 12, ora locale, di Sydney, New York, Delhi e San Paolo.
Il palinsesto si compone sostanzialmente di due tipologie di programmi: la prima è formata da trasmissioni che vanno in onda sulle reti Rai: notiziari, fiction, talk show, giochi a premi, approfondimenti giornalistici e varietà. Ma Rai International produce in proprio anche una decina di programmi televisivi (pari al circa 20% del palinsesto) realizzati tenendo conto di quel particolare pubblico di riferimento costituito dagli italiani all'estero.
Punta di diamante è "La Grande Giostra del Gol", la trasmissione calcistica più seguita del mondo.
A partitre da quest'anno abbiamo aperto una finestra quotidiana sulla lingua italiana con "Qui si parla italiano", ideato e condotto dalla coppia Oreste De Fornari e Gloria De Antoni, con la partecipazione straordinaria di Arnoldo Foà.
Produciamo dei programmi di approfondimento giornalistico come "Italia World", sulla politica interna ed estera italiana e "Next", un faccia a faccia settimanale con i protagonisti del nostro tempo ideato e condotto da Piero Di Pasquale.
Diamo poi spazio alle bellezze paesaggistiche della nostra penisola con "Belpaese", itinerario turistico di un'ora sull'Italia delle nostre province condotto da Maria Elena Fabi e Fabrizio Gatta, storico volto di RAI International; l'eccellenza italiana nel mondo e il nostro patrimonio culturale
sono i temi portanti di "Sestante" e "Il Caffè", mentre "Cristianità" è il settimanale religioso che da qui in avanti si occuperà sempre più di missionari italiani all'estero.
Sul piano dell'informazione, RAI International produce un proprio notiziario che attualmente si chiama "Qui Roma", ma che dalla prossima stagione si chiamerà "Italia chiama Italia".
Il programma dà conto di quanto accade nelle varie regioni, cercando di fornire uno spaccato più ampio possibile dei problemi, delle novità, delle curiosità e delle tradizioni culturali, storiche e folklori-che che caratterizzano ogni angolo del nostro Paese.
"Sportello Italia" è una storica striscia quotidiana di RAI International che, con la collaborazione di esperti in materie giuridiche e previdenziali, fornisce risposte concrete ai quesiti più comuni dei nostri connazionali all'estero».
Tornando ai programmi Rai dai quali lei attinge: come avviene la scelta?
«Il compito non è affatto semplice perché il nostro pubblico è molto composito. Ci rivolgiamo, infatti, sia agli italiani che hanno vissuto in prima persona l'emigrazione e che oggi trascorrono la pensione ai quattro angoli del mondo, sia soprattutto ai discendenti dei grandi flussi migratori che hanno caratterizzato il nostro Paese fin dagli ultimi decenni dell'Ottocento.
Oriundi di tutte le età e delle più diverse estrazioni sociali nati e cresciuti negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile, piuttosto che in Argentina, che hanno assorbito la cultura dei Paesi di "adozione".
Gli obiettivi che mi sono posto quando ho assunto l'incarico di direttore della Rete sono stati da un lato quello di elevare il livello culturale delle nostre trasmissioni e dall'altro di garantire il pluralismo dell'informazione.
Le faccio un esempio concreto: fino a poco tempo fa Rai International non trasmetteva programmi di Rai Tre, dunque niente "Ballarò" e niente Fabio Fazio con "Che tempo che fa", mentre "Porta a Porta" di Bruno Vespa era l'unico programma di approfondimento giornalistico ad essere proposto per quattro giorni la settimana, proprio come in Italia.
Ed infatti Vespa se l'è presa non poco, per essere stato ridimensionato da quattro ad una sola puntata la settimana...
«In quanto sintesi dei palinsesti delle tre reti Rai, International non poteva non tener conto di Santoro, Biagi, Floris e di "TV7". Semmai era anomala la situazione precedente».
Notiamo che lei ha deciso di non mandare in onda alcun "reality"; propone, però, "Affari tuoi" e "Piazza Grande", programmi il cui spessore culturale è tutto da discutere.
«So che in certe aree del mondo, come ad esempio in Brasile, "Affari Tuoi" non incontra il gradimento del pubblico. Ma piace in Nord America. Per quanto riguarda "Piazza Grande", qualche settimana fa l'ho tolto addirittura dalla programmazione. Sa che sono stato costretto a reimmetterlo in palinsesto da migliaia di e-mail - alcune anche ingiuriose - di gente infuriata ? Allora ho capito che per alzare il livello culturale della programmazione bisogna andare cauti e lavorare passo dopo passo, cercando di non creare strappi troppo decisi.
Per questo ho chiesto e ottenuto di poter attingere anche da Rai Sat e da Rai Educational, che realizzano degli ottimi prodotti. Così, ad esempio, avrò la possibilità di sostituire "La prova del cuoco" con i programmi del "Gambero Rosso", che sotto il profilo contenutistico sono di tutt'altro spessore.
Come fate a misurare il gradimento e l'audience di un pubblico così vasto, ma al tempo stesso eterogeneo, senza potervi basare sui dati Auditel ?
«Impossibile sapere quanta gente ci segue nel mondo. Ma se consideriamo che gli oriundi sono almeno 60/70 milioni e che a questi si aggiungono i cosiddetti "italofili"... sfioriamo quota 100 milioni. Una bella platea!
Per quanto rigurda il gradimento dei nostri programmi, facciamo affidamento sul contatto diretto con gli spettatori che ci scrivono per posta elettronica. Altro importante strumento è il voluminoso rapporto annuale stilato dal Ministero degli Esteri in collaborazione con oltre 100 Ambasciate italiane nel mondo. L'ultimo a mia disposizione, datato maggio 2006, evidenziava una grande richiesta di cambiamento. Ed in effetti negli ultimi anni Rai International era scaduta parecchio».
Una cosa che gli italiani all'estero vi hanno spesso rimproverato è quella di non conoscere la loro realtà, peraltro molto diversa da Paese a Paese.
«Me ne sono reso conto e per questo ho programmato una serie di viaggi in giro per il mondo per incontrare le nostre comunità, il nostro pubblico. Voglio farlo al di fuori dei canali "ufficiali" (Ambasciate, Consolati, Consiglio Generali degli Italiani all'Estero...) proprio perché quello che cerco è l'incontro con gli italiani e i discendenti "veri"; un rapporto diretto e non filtrato. Sarò nei prossimi mesi in Australia e negli Stati Uniti. A settembre, prima di iniziare la nuova stagione televisiva, ho intenzione di visitare il Brasile e il Sud America».
Nella sua attività professionale Lei ha avuto modo di conoscere molti Paesi, ma forse non aveva mai visto così da vicino il mondo degli italiani all'estero. Che idea si è fatto ?
«In questi primi mesi a Rai International ho capito una cosa fondamentale: che questa Rete rappresenta veramente il cordone ombelicale che lega gli italiani all'estero alla madrepatria. Andare incontro alle loro esigenze e fornire, nel contempo, un prodotto di alta qualità rappresenta prima di tutto un dovere morale mio e dell'Azienda»
Paolo Meneghini
per "Il Giornale di Vicenza"
Edizione del 12/08/07