Ma ci sono consensi per il chilometrico commento: i nostri si sono divisi i compiti. leardi ricordava ogni dieci minuti le soperchierie cinesi, il corrispondente Paolo Longo replicava che la Cina sta cambiando davvero, Franco Bragagna si esaltava ogni volta che appariva uno dell'atletica leggera.
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Il simbolo televisivo contro le magagne cinesi è Richard Gere. Ieri il suo spot con l'automobile e i bimbi tibetani sulla neve è passato prima, durante e subito dopo la Cerimonia d'apertura. Eppure i pochi stacchi pubblicitari hanno provocato proteste. Per esempio dal Codacons (stando alle agenzie di stampa nella sola giornata di ieri il Codacons ha protestato anche contro la crisi Alitalia, il prezzo della benzina, la mancata portabilità dei mutui, la base americana di Vicenza, il calo del Pil). Con un po' di memoria si può dire che è andata benissimo, quattro anni fala cerimonia di Atene fu attraversata da molti spot e perfino funestata da un edizione del telegiornale.
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Spunti aulici da Raisport. "Il vecchio sogno del nostro amico De Coubertin arriva in Cina" (Franco Bragagna). "Pechino è un posto incredibile, non trovi una cartaccia per terra ma se provi ad attraversare la strada ti mettono sotto con la macchina" (Nino Benvenuti). "Il nostro Presidente del consiglio non è venuto a Pechino, aveva detto che faceva troppo caldo e che ci sarebbero stati 50 gradi: beh, ce ne sono molti meno". (Franco Bragagna). "Alla mia prima Olimpiade non avevo nemmeno i baffi" (Marino Bartoletti)
Antonio Dipollina
per "La Repubblica"