Il conto alla rovescia è scattato e tra dieci, quindici giorni al massimo, sarà pronto il bando di gara per l?assegnazione delle frequenze televisive analogiche alle emittenti che non hanno ancora raggiunto la copertura del territorio italiano dell?80% prevista dalla Legge Maccanico.
Dal punto di vista dello Stato può sembrare una cosa di poco conto visto che si tratta di un numero relativo di frequenze e che dal 2012 la televisione migrerà sul digitale terrestre. E in effetti dalla gara per l?assegnazione ? imposta da una sentenza del Tar del Lazio ? le casse pubbliche incasseranno verosimilmente poche decine di milioni di euro. Ma per gli operatori dell?industria televisiva il discorso cambia.
All?asta indetta dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni non potranno naturalmente partecipare Rai e Mediaset, già ampiamente al di sopra del tetto della Maccanico. Ma per emittenti come Mtv e La7 (Telecom Italia Media), Rete A (gruppo Espresso) e ReteCapri rappresenta un?occasione unica per ottenere in un colpo solo almeno tre risultati.
In primo luogo, ampliare la copertura diventando emittenti nazionali a tutti gli effetti con un impatto graduale, ma significativo, in termini d?introito pubblicitario anche a parità di raccolta. Gli spazi pubblicitari di un?emittente nazionale infatti hanno maggior valore e dunque, verosimilmente, gli inserzionisti pagheranno un po? di più per gli spot.
Le nuove frequenze, poi, consentiranno un potenziamento del segnale e ? dunque ? un miglioramento della qualità di ricezione. Da ultimo, ma non meno importante, grazie alla promozione nella «serie A» televisiva il marchio di queste emittenti crescerà di valore. Trattandosi in almeno due casi di operatori che fanno capo a società quotate in Borsa (La7-Mtv e ReteA), l?aggiudicazione delle frequenze e l?eventuale superamento della soglia-Maccanico potrebbe riflettersi sui prezzi dei titoli.
Seppur imposta dal Tar (che ha accolto il ricorso di ReteA), l?asta è la prima che si svolge in Italia.
I termini del bando non sono ancora noti, ma sembra l?asta riguarderà le frequenze da riassegnare in seguito agli accordi internazionali di Ginevra, mentre le frequenze trovate libere in seguito al censimento voluto dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni verranno invece semplicemente assegnate e pagate a canone.
Insomma, dopo quasi trent?anni di Far West, per la prima volta si supera l?occupazione dell?etere adottando regole europee e criteri di trasparenza e non discriminazione.
Ma la partita tra qualche anno si sposterà sul digitale terrestre. L?Autorità delle Comunicazioni guidata da Corrado Calabrò sta infatti scrivendo il nuovo piano delle frequenze per la Tv digitale che dovrebbe essere applicato da qui al 2012 a partire dalla Sardegna.E non a caso tutti gli operatori si stanno posizionando, compresi gli operatori telefonici.
Enrico Grazzini
per "Il Corriere della Sera Economia"