Mentre le polemiche sul caso Rai-Sky non si placano, ma anzi sono più vive che mai sia a livello politico che giornalistico, è da registrare un nuovo punto di discussione finora non ancora toccato dalle tante parole consumate in questa lunga diatriba.
 Chi oggi sta effettivamente guardando i canali RaiSat? Non parliamo di dati Auditel ma del pubblico ad oggi in grado anche solo di sintonizzare sul proprio apparecchio i canali profughi dopo la discesa da Sky consumata lo scorso 31 Luglio, data d'esordio della nuova piattaforma TivùSat. E proprio di TivùSat c'è chi già denuncia la scomparsa con pochi decoder nei negozi e quindi pochissime smart card attivate (finora non risultano numeri di schede in circolazione).
 I quattro canali RaiSat (Extra, Premium, Yoyo e Cinema) sono però trasmessi anche sul digitale terrestre, ma solo nelle aree all digital, quindi la sola Sardegna, dove il pubblico seppur numeroso non può essere rilevante a livello nazionale.
 Da qui la necessità di ampliare il bacino di questi canali, da (ri)lanciare al grande pubblico (non necessariamente quello di Sky) anche e soprattutto in vista della raccolta pubblicitaria affidata alla concessionaria interna Sipra. E la risposta è sempre in casa e si chiama Rai.tv.
 Il sito www.rai.tv di cui ormai i nostri lettori sapranno bene l'esistenza permette già di vedere il live-streaming dei canali generalisti (Raiuno, Raidue, Raitre) più le reti tematiche digitali (RaiNews24, RaiSport+, RaiStoria, Rai Edu 1). Mancavano Rai Gulp e Rai 4 a cui si è posto rimedio di recente (anche se Freccero si augurava potessero partire già da fine aprile) ed è di qualche giorno fa la partenza della ritrasmissione dei 4 canali RaiSat.
 Per vedere questi canali, oggetto del contendere di una delle beghe estive più discusse, non serve altro che un computer connesso ad internet e il gioco è fatto. Anche per conoscere i palinsesti non serve molto: si possono consultare tramite Rai.it o più semplicemente con il Televideo.
 Chissà se questo possa servire come freno alle polemiche, che ormai si allontano sempre di più dal fatto in sè divenendo oggetto di scontro politico, e come testimonianza che una maggiore quantità - e si spera anche una maggiore qualità - col digitale (che non è solo tv, ma anche e forse soprattutto internet) è di fatto realmente possibile.
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Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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