News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Giornale
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Satellite / Estero
venerdì, 05 settembre 2008 | Ore: 00:00
Non so quale sia il peggior canale satellitare, la concorrenza è notevole anche per questo tipo di statistiche all'incontrarlo e la qualifica di "peggiore" si presta a troppe variabili non facili da inquadrare. So però per certo qual è il canale satellitare più irritante, intendendo per irritante il rapporto tra le sue ricche potenzialità e la deludente resa viziata da alcuni errori strategici clamorosi. Anche nel 2008 il canale Unire Sat (o Snai Sat, numero 220 della piattaforma Sky) si appresta a tagliare per primo questo non certo invidiabile traguardo. Perché è irritante? Perché avrebbe la possibilità dì trasmettere in tempo reale uno degli spettacoli televisivamente più accattivanti, le corse dei cavalli, sport nobile e di antica tradizione, colmo di bellezza e di tradizione potendo contare sullo straordinario impatto estetico dei purosangue abbinato a inquadrature di ippodromi (specie quelli di galoppo) ricchi di distese panoramiche di fascinosa suggestione. Dietro una retta d'arrivo combattuta testa a testa c'è, per chi ama cimentarsi con le scommesse, l'emozione di una possibile vincita ma c'è anche e soprattutto un mondo fatto di passione, di proprietari e allevatori che ci riiettono anima e competenza.
Peccato che lo spettacolo delle corse, per uno di quei misteri che si spera un giorno di poter svelare, venga trasmesso quasi sempre in differita, senza che gli appassionati abbiano la minima possibilità di indovinare, di volta in volta, dopo quanti minuti o addirittura ore verrà mandata in onda questa o quella corsa. Non è un difetto da poco, nell'era del tempo reale, della comunicazione in presa diretta, degli avvenimenti che hanno la loro ragion d'essere se vengono vissuti mentre si stamio svolgendo e non con stucchevole e incomprensibile ritardo. Il lato grottesco della vicenda è che l'ippica italiana è in grande crisi e i suoi vertici si lamentano del calo di introiti e di seguito popolare che la attanaglia da anni. Una televisione in grado di coprire con tempestività l'attività quotidiana, privilegiando le cronache a tamburo battente e non le chiacchiere sfinenti degli opinionisti (sì, ci sono anche qui!) potrebbe aiutare la ripresa (e gli incassi), invece si preferisce andare avanti così.
Il telespettatore si sintonizza, vorrebbe gustarsi la sua corsa all'orario prefissato e invece vede una sorta di monoscopio con in sottofondo una nenia di musichette tediose. E poi dibattiti, e commenti, e rassegne stampa, e persino tavole rotonde di politicanti con i loro bla bla. E le corse? E lo spettacolo in diretta? Con comodo, dopo, tutto il resto.
Roberto Levi
per "Il Giornale"
(04/09/08)
per "Il Giornale"
(04/09/08)