Il primo episodio di una serie tv ambientata negli anni dell'Inquisizione, andato in onda ieri sera su France 2, ha sollevato la protesta del mondo cattolico francese. Come era successo con la piece di teatro di Romeo Castellucci, la fronda anche questa volta viene dall'alto: i vescovi di Francia hanno denunciato l'immagine distorta che la fiction dà della Chiesa e il ritratto «scandaloso» che ne emerge di Santa Caterina da Siena.
Il portavoce dei vescovi, Monsignor Bernard Podvin, ha denunciato in particolare «il trattamento indegno riservato alla grande mistica». «Piango e mi indigno - ha scritto il religioso in un comunicato - nell'immaginare che molte persone si crederanno istruite da questo modo tendenzioso di onorare la storia umana e religiosa». Monsignor Podvin ha precisato che diversi esperti del Medio Evo si sono rivolti a loro dicendosi «abbattuti» dalla serie tv. «Proprio perchè questo periodo storico è estremamente difficile - ha aggiunto - necessita un trattamento delicato ed eminente della verità».
Il primo episodio di Inquisitio, del regista francese Nicolas Cuche, è andato in onda ieri sera sulla rete pubblica France 2 ed è salito subito in testa agli ascolti, con quasi 4,3 milioni di spettatori. Oggi diversi blog cattolici parlano di un nuovo attacco anticlericale. Alcuni denunciano l'immagine «perversa» e «corrotta» che viene data alla Chiesa. Altri ritengono che la realtà storica dei fatti sia stata «manipolata» e «reinterpretata» dagli autori. Per molti viene data un'immagine negativa e «diffamante» di Santa Caterina da Siena, interpretata da Anne Brochet, la Rossana del Cyrano con Gerard Depardieu.
La giornalista e fervente cattolica Frigide Barjot, citata da Le Monde, si dice «sconvolta» per le «menzogne oltraggiose» raccontate sulla santa: la fiction la presenta alla stregua di una «terrorista batteriologica della peste, che non esita a spargere la morte intorno a sè». Ai telespettatori la cronista consiglia di ribellarsi contro il canale tv, pregato a suo volta di organizzare un dibattito di fondo con esperti e storici per «ristabilire la verita». Sentito dall'agenzia France Presse, il regista Nicolas Cuche sostiene di aver agito in «buona fede», che le sue intenzioni erano di «denunciare il fanatismo religioso e non di offendere la Chiesa».