Per ora spiegazioni ufficiali di questa dotazione aggiuntiva non ne vengono fornite. Ma intanto stanno lì, a dire che il collegamento via cavo con un piccolo router Adsl domestico o con la rete locale wifi, oppure con il pc piuttosto che con una videocamera, sono già tecnicamente possibili.
Il nuovo set-top-box verrà lanciato da Sky Italia in tempo per la campagna di Natale. E? prodotto dalla Amstrad, finora fornitrice esterna dei sistemi di connessione e decodifica utilizzati dal gruppo di Rupert Murdoch e da un paio di settimane entrata organicamente nella famiglia NewsCorp che ne ha acquisito il controllo azionario. E? un prodotto nuovo e sembra avere ancora bisogno di un qualche messa a punto che ne garantisca la stabilità. Ma sono problemi risolvibili facilmente. La vera opzione su cui si starebbe discutendo in casa Sky è se portare la capacità dell?hard disk dagli attuali 160 giga a ben 250. Una capacità di immagazzinare film e contenuti trasmessi via satellite di notevole portata, che amplia la possibilità di registrare anche una buona quantità di contenuti in alta definizione. E poi il punto cruciale: se Sky vorrà seguire anche in Italia la strategia inaugurata in Gran Bretagna dalla consorella BSkyB, che integra l?offerta satellitare con quella Internet.
Certo, la nuova offerta di Fastweb, presentata la scorsa settimana, rafforza le possibilità della tv via cavo e in protocollo Internet. La novità dell?offerta al mercato di un contratto di sola tv, svincolato dalla necessità di comprare dal gruppo guidato da Stefano Parisi anche la connessione Internet e la telefonia, può conquistare nuovi utenti in modo più agile. Su telefonia e banda larga la diversificazione delle offerte dei vari operatori avviene solo sul prezzo. La tv promette adesso di portare una vera segmentazione del mercato. Il prezzo di 20 euro al mese è competitivo. Offre i canali di video on demand di Fastweb e tutti i canali digitali in chiaro che costituiscono oggi la base del digitale terrestre. In più è una base a cui si può aggiungere un normale abbonamento Sky ma senza dover comprare la parabola. Ma il vero punto di forza promette di essere la possibilità di richiedere in video on demand i programmi dei canali generalisti in chiaro dell?ultima settimana che Fastweb immagazzina nei suoi server. Infine, un servizio di videoregistrazione in remoto.
Da questo punto di vista la videoregistrazione offerta del nuovo set-top-box di Sky è un servizio di tipo più tradizionale. La registrazione avviene sull?hard disk ma è molto più semplice, nel funzionamento, dei vecchi e complicati videoregistratori, sia a nastro che a disco. Il programma da registrare viene selezionato dalla guida elettronica di ogni canale. In più la registrazione digitale permette anche di vedere la registrazione mentre la stessa è ancora in corso, fermando le immagini dove si vuole, e navigando avanti e indietro dentro la registrazione.
Ma la tv satellitare in Italia gioca una partita complessa perché si svolge su un doppio fronte. Da una parte verso la Iptv, ancora piccola ma destinata a quadruplicarsi nei prossimi tre anni, secondo le stime elaborate da ItMedia Consulting. Dall?altra, verso il digitale terrestre, dove deve fare i conti con l?aggressività di Mediaset. Anche se non è ancora del tutto chiaro in quali termini il gruppo del Biscione voglia spingere a fondo la competizione con Sky.
Mediaset, nel frattempo, si sta sicuramente impegnando sul fronte dei contenuti. Meno di due settimane fa ha annunciato una seconda grande iniziativa a poca distanza dalla conclusione dell?operazione Endemol: un maxi accordo con Warner e Universal, della durata di 4 anni e per un investimento complessivo di 800 milioni, che porta in casa Mediaset i diritti di distribuzione esclulsiva in Italia delle nuove produzioni di film e serie tv delle due major, oltre ad una grossa fetta delle rispettive library. Si parla, tra l?altro, di titoli che vanno dal prossimo Harry Potter al nuovo sequel dei Pirati dei Caraibi, fino a serial tv di successo come Dr House Medical Division.
Mediaset ne ha acquisito i diritti sia in chiaro che per la pay tv. «Questo vuol dire che si lascia la strada aperta su tre diverse opzioni - spiega Augusto Preta, direttore generale di It Media Consulting - Può ipotizzare di offrire direttamente questi contenuti in pay tv sul digitale terrestre, in modalità Premium pay per view, come fa già oggi con il calcio e con alcuni titoli di fiction, a cui aggiungere un pacchetto di quattrocinque canali basic o minipay in cui si può immaginare un canale dedicato ai serial tv, uno ai reality, grazie anche al supporto di Endemol, uno ai bambini e così via. E? una ipotesi che trova due limiti: la prima nel numero limitato di canali del digitale terrestre rispetto al satellite e nei limiti regolamentari, con il tetto del 20% del totale dei canali a un solo operatore (a cui vanno aggiunti quelli in payperview secondo il DDL Gentiloni).
La seconda ipotesi è che Mediaset tenga per se i diritti in chiaro e pochi titoli da trasmettere in payperview e rivenda il resto a Sky, come già fa con il calcio, realizzando un immediato vantaggio in termini finanziari. C'è infine una terza ipotesi, di concorrenza diretta con Sky, ma qui allora la piattaforma terrestre non è più sufficiente e dovrebbe seriamente valutare l'ipotesi di sviluppare un'offerta alternativa a Sky direttamente sul satellite. Al momento, visti anche i limiti normativi della prima ipotesi, la seconda sembra la più probabile, anche perché conclude Preta Mediaset potrebbe non avere eccessivo interesse a premere troppo sulla diversificazione dell?offerta tra satellite e digitale terrestre: accelerare sulla frammentazione dell?offerta, alla fine, potrebbe portare soprattutto un vantaggio al terzo incomodo, la Iptv, piattaforma nella quale la stessa Mediaset al momento non sembra disposta a scommettere».
Stefano Carli
per "La Repubblica - Affari e Finanza"
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