Comincia fra emozioni e ricordi il talk in Sala Blu dei ragazzi di Giffoni Sport e Impact!, con Federico Ferri, direttore di Sky Sport che da subito ci ha tenuto a ringraziare Giffoni per aver dato vita a questa prima edizione di Giffoni Sport, a cui Sky sta dando il proprio supporto in qualità di media partner. Il direttore si è detto molto contento di essere qui a questa prima inedita edizione di questa nuova branca del festival. Parlando del primo approccio con il festival, Ferri ha scelto la parola “energico” per definirlo:
«Grazie per l'invito; sono davvero felice di essere qui, soprattutto per Giffoni Sport, che sono certo continuerà a crescere sempre di più. Ho trascorso 19 degli ultimi 21 anni con Sky, e personalmente provo molte emozioni. Mi sento un po' come un allenatore di un Dream Team o di un All-Star Team. Lavorare con Sky mi dà la sensazione di collaborare con persone molto più talentuose di me, sia che si tratti di una telecronaca, di montare un video o di scattare foto.»
L'incontro è iniziato con la visione di un filmato di produzione proprio di Sky Sport, con cui assieme al direttore gli ambassador hanno rivissuto solo alcune delle numerose emozioni che Sky è riuscito a trasmettere nei suoi 21 anni di storia. Ferri si è anche detto emozionato nel riguardare il filmato proposto, grazie al quale ha ricordato per l’ennesima volta la fortuna che ha di poter lavorare
«Sky è nato nel 2003, ma io lavoravo già nel settore da un po' di tempo con il cartaceo. Mi hanno assunto perché avevano bisogno di un inviato. All'inizio ero tentato di lasciare, poiché la televisione non mi attirava particolarmente. I tempi erano stretti e preferivo scrivere. Tuttavia, quando mi hanno detto che sarei andato ai Mondiali del 2006, inizialmente ero riluttante. Poi, ho cominciato a capire che c'era la possibilità di vivere un'esperienza entusiasmante.»
Un altro aspetto che è stato molto apprezzato è stata la capacità di avvicinare due linguaggi come quello dello sport e del cinema in questo festival, in un’epoca in cui questa vicinanza tra i due mondi diventa sempre più forte. Dopo aver visto il filmato, il direttore ha ripercorso brevemente il percorso che lo ha portato nel ruolo in cui si trova oggi, raccontando una carriera partita dalla scrittura e che è arrivata nel 2005 a Sky, dal quale però se ne sarebbe voluto andare dopo pochi mesi. Ferri ci ha anche raccontato che nel periodo di Calciopoli, caso che lui stava seguendo da vicino, è stato inviato al mondiale di calcio in Germania, di cui noi tutti ricordiamo piacevolmente l’esito e che per Sky è stato uno spartiacque.
«Il Mondiale del 2006 ha rappresentato una svolta fondamentale per Sky. Dopo quell'evento, è emersa la volontà di offrire qualcosa di nuovo, creando un contenuto che potesse essere fruibile tutto il giorno per gli abbonati. Sky Sport non è solo la casa del calcio, ma rappresenta il meglio dello sport mondiale e italiano. Per noi è essenziale mantenere la credibilità di una testata come Sky Sport 24. La nostra missione è reagire prontamente agli eventi, accendere Sky Sport 24 per verificare la veridicità delle notizie. Abbiamo raggiunto questo obiettivo con grande impegno e dedizione.»
É quindi nato così quel modo molto immersivo di seguire l’evento che oggi contraddistingue Sky. Parlando proprio di questo metodo di racconto che differenzia ed eleva Sky, il direttore si è soffermato su quello che è il cuore pulsante della redazione, ovvero gli eventi veri e propri:
«Il cuore di Sky è rappresentato dagli eventi, e noi siamo sempre in secondo piano rispetto a loro, che sono la vera ragione per cui il pubblico ci segue. Offriamo un'esperienza immersiva per seguire lo sport, come si direbbe oggi. Siamo costantemente connessi, dalla mattina alla sera: attraverso Sky Sport 24, il sito, i social e i nostri inviati ovunque. È come vivere in un reality, sempre presenti e attenti a ogni dettaglio. I giornalisti formati da Sky hanno un'esperienza aggiuntiva e un forte stimolo a mantenere elevati standard. Non siamo più quelli affamati come nel 2005, ma abbiamo costruito una solida scuola Sky che ci consente di essere ovunque e di coprire ogni aspetto. Possediamo la capacità di essere misurati ed equilibrati, brillanti ma con il giusto grado di serietà, per rispettare il nostro pubblico. E, naturalmente, c'è il talento: molti di noi sono cresciuti all'interno di Sky. Lavorare a Sky ti trasforma profondamente, e la nostra squadra ha un DNA ben definito, passato attraverso i nostri responsabili.»
In virtù di ciò il direttore ha portato proprio gli estratti degli eventi che Sky appunto segue e seguirà, a partire dalla prossima inedita Champions League. In occasione di questo il direttore ha evidenziato che:
«Questo evento è proiettato verso il futuro, poiché segna la prossima grande tappa che ci attende a partire dalla metà di settembre: la nuova Champions League. Questo torneo è particolarmente importante per noi, dato che il formato della Champions League cambia e diventa più interessante e competitivo. Per noi è ancora più significativo perché, a eccezione di una partita del mercoledì sera su Amazon, abbiamo l'esclusiva su tutta la Champions League. È la prima volta che Sky ottiene questo contenuto in completa esclusiva. Per una TV di eventi, è estremamente stimolante poter progettare qualcosa di nuovo e pensare a come raccontare una competizione che sta per iniziare e che non è mai esistita prima. Non sono convinto che l'aumento del numero di partite della Champions League, ormai al limite, riduca lo spettacolo del gioco. Certamente, c'è un fattore di sicurezza e di energia per i giocatori, ma bisogna considerare anche la stanchezza mentale che il calcio comporta. Per esempio, nella NBA si arriva alla fine della stagione in modo un po' diverso.»
Sul problema della visione illegale dei contenuti, la posizione di Sky è molto determinata:
«La pirateria influisce gravemente non solo su Sky Sport, ma su tutte le TV a pagamento. Oggi è, a mio avviso, il problema più grande per il sistema calcio di alto livello. La pirateria è un reato serio: ruba contenuti, lavoro, impegno e denaro, e rappresenta un notevole vantaggio per la criminalità organizzata. Chi gestisce il traffico della pirateria è spesso legato alla criminalità organizzata, e chi paga per il "pezzotto" finisce per finanziare mafia, camorra, 'ndrangheta e altre organizzazioni simili. Il Parlamento ha recentemente approvato una legge che, sebbene migliorabile, segna un passo verso una lotta concreta contro la pirateria, colpendo anche gli utenti e non solo gli organizzatori del traffico. Inoltre, permette di interrompere le trasmissioni mentre sono in corso. Questo è un problema enorme e, ribadisco, è anche una questione culturale che necessita di una soluzione.»
Articolo a cura di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)