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Il Parental Control promosso ma poi contestato da AgCom

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Fonte: L'Opinione

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Sky Italia
  giovedì, 03 maggio 2007

Le modalità di protezione dei minori rispetto ai programmi televisivi sono diverse in ogni stato dell’unione europea, ma il Parental Control mette d’accordo tutti.

O almeno quasi tutti i membri dell’UE, per quanto riguarda l’Italia infatti, il sistema viene appoggiato in modo teorico, ma nella pratica di tutti i giorni l’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni (AgCom) sembra metterlo in dubbio.

Risale infatti al 22 febbraio scorso la legge che impedisce di mandare in onda il porno in tv a qualsiasi ora. Dice la delibera: “Nessuna descrizione, illustrazione o rappresentazione visiva eo verbale, di soggetti erotici e di atti o attività attinenti alla sfera sessuale che risulti offensiva del pudore”.

Insomma il Garante delle Comunicazioni si è fatto paladino della salvaguardia del comune pudore con l’ennesima “dura lex” che vale per tutti: Tv via etere, via cavo, satellite, in digitale o analogico. Attenzione però perché questa volta, la delibera numero 23/07/CSP prevede un’eccezione: le tv ad “accesso condizionato e dotate di sistemi tecnologici di controllo” (Parental Control), come previsto dalle nuove normative vigenti che sono anche in uso negli altri paesi Europei come Inghilterra, Spagna, Francia e Germania.

Risulterebbero quindi escluse Sky e le Pay Hard in quanto prevedono “l’utilizzo di un sistema ad accesso condizionato con sistema di controllo specifico e selettivo”. Esiste però nella stessa delibera che sostiene il valore del Parental control, una specifica che ne mette in dubbio la validità in virtù di tutelare senza eccezioni “principi, valori ed interessi ritenuti primari per la stessa convivenza sociale e civile quali il buon costume e di sacrificare perciò, previo bilanciamento dei valori in gioco, la libertà d’informazione e radiotelevisiva”.

Giudizi sul fatto di sacrificare la libertà d’informazione a parte, il Garante in questo caso sta mettendo sullo stesso piano le tv dotate di parental control con quelle che non ce l’hanno. È con questa motivazione appunto che il Tar del Lazio ha bloccato il ricorso di Sky contro il processo che il Comitato di Applicazione del codice di Autoregolamentazione Tv e Minori ha aperto in seguito alla messa in onda di un film vietato trasmesso da Sky in prima serata.

Tralasciando il fatto che non è certo la prima volta che Sky manda in onda in prima serata un film vietato, perché questo comportamento? Perché chiedere a Sky la presenza del Parental control per mandare in onda film vietati prima delle 23.00, quando poi lo si multa ugualmente? In poche parole, che senso ha il parental control se poi il trattamento per chi lo adotta è lo stesso che si riserva alla normale tv in chiaro? Ad oggi nessuno ha ancora risposto alla domanda in modo esauriente.

Per la qualità della programmazione del Satellite, ci auguriamo che AGCom e chi di dovere, comprenda l’utilità del Parental Control prima che il palinsesto venga rivoluzionato in favore della seconda e della terza serata. I genitori a cui vengono forniti gli strumenti per tutelare i minori in casa (almeno per quanto riguarda il satellite), non possono non essere d’accordo. Se non altro, almeno in favore di una par condicio mediatica nei confronti di chi di figli in casa non ne ha.

Come funziona

È un sistema che richiede l’intervento del singolo abbonato che può oscurare (blocco visione) i programmi vietati. Il dispositivo riconosce automaticamente, grazie ai codici inseriti, tutti i programmi non indicati per i minori e li oscura. I codici inseriti da Sky Italia sono 6: PT (per tutti), BA (bambini accompagnati), 12 (minori di), 14 (minori di), 18 (minori di), PA (per adulti). I codici sono associati a tutti i programmi e attraverso il software di ogni modello di ricevitore è possibile bloccare a priori la visione dei programmi vietati ai 18, ai 14 ecc. Il blocco per i programmi Hard è attivo di default e non è disattivabile se non inserendo il codice pin personale.

La visione dei programmi oscurati prevede l’immissione di un pin deciso dall’utente. A parte i film che escono già dalle sale cinematografiche con i divieti, per gli altri programmi chi decide il divieto è il “Comitato di applicazione del Codice e dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni” deciso ed eletto da ogni singola emittente. Ogni canale per imporre i divieti segue le linee guide del Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori che le stesse tv hanno creato.

Per le televisioni generalista tutti i programmi vietati (vm 14 o vm 18 senza differenza alcuna) prevedono la messa in onda dopo le 23.00, in fascia protetta.

Rossella Canevari
per "L'Opinione"

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